Cronache di Napoli - Con Spalletti non è mai scattato il feeling. Mihajlovic scartato dopo un parere di Reja

11.06.2015
15:20
Redazione

Nella testa di Aurelio De Laurentiis da mesi rimbomba una domanda: a chi affidare la panchina stretta e spinosa del Napoli nella prossima stagione? La prima risposta, quella d’acchito, era stata Rafa Benitez, cui il patron aveva cercato di strappare il “sì” almeno per un’altra stagione acquistandogli subito Reina e facendo qualche passo per nuove strutture, il tutto unito ad un nuovo e danaroso contratto pluriennale. Un progetto naufragato davanti alla rottura definitiva del rapporto col tecnico spagnolo. Niente conferma, quindi, una possibilità alla quale forse lo stesso De Laurentiis non aveva mai creduto sino in fondo. Non a caso, il patron aveva tenuto bloccato Sinisa Mihajlovic, l’allenatore decisionista, quello che per lui avrebbe riportato a Napoli quel calcio tutto sangue e arena dell’era mazzarriana. Sino a tre settimane fa il tecnico serbo della Sampdoria sembrava destinato a succedere a Benitez. Poi, improvvisamente, lo scenario cambia. Già poco convinto dopo aver visto una Samp rinunciataria al San Paolo contro il Napoli, il patron matura ulteriori dubbi sul serbo. Chiama Edi Reja, amico e consigliere che avrebbe voluto riportare a Napoli con un ruolo di consigliere tecnico, e il goriziano gli dice che sì, certo, Mihajlovic è un ottimo allenatore ma ha un carattere spigoloso che fatica a trovare il giusto feeling con lo spogliatoio. E’ in base a quel consiglio ma anche alla contestazione che il San Paolo gli riserva dopo Napoli-Lazio, che De Laurentiis decide di puntare su Unai Emery. Il “no” del tecnico spagnolo torna a far riecheggiare l’annosa domanda nella sua testa: chi allenerà il Napoli? Sa che Montella, un suo vecchio pallino, è quasi irraggiungibile, e allora passa al setaccio gli allenatori disponibili. Con Luciano Spalletti, che ha a suo favore esperienza e caratura internazionale, il feeling non scatta mai. Colpa delle richieste che il toscano ribadisce anche nell’ultimo faccia a faccia di dieci giorni fa: investimenti sul mercato e l’ingresso nel club di un dirigente che funga da raccordo tra squadra e club, in pratica, secondo il patron, l’identikit di Franco Baldini, vecchio sodale di Spalletti ai tempi della Roma. C’è poi Cesare Prandelli: ha un passato da ct e ha frequentato l’Europa ma Don Aurelio, pur apprezzando le pretese contenute su contratto e squadra, si convince che il suo carattere di bresciano serio e taciturno potrebbe non attecchire a Napoli, ripetendo così l’errore fatto con Donadoni. Si arriva così alla soluzione Sarri: De Laurentiis era stato colpito dal primo tempo giocato dal suo Empoli nella gara al San Paolo ma non aveva mai considerato realmente l’idea di fargli un’offerta. Un’incertezza che oggi trova riscontro in una trattativa paradossale.

Fonte : Cronache di Napoli
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