Da 'scommessa' del Napoli a capitano, Hamsik a un passo dalla gloria

28.04.2016
19:00
Redazione

Era un bambino di appena 4 anni quando suo padre lo iscrisse al club Jupie Podlavice per farlo giocare a calcio. Prima che nascesse, invece, suo nonno aveva già pensato a regalargli gli scarpini da calcio. A quell'età giochi per divertirti, forse un po' anche per far felice papà e nonno. Ma Marek giocava con una fame tale da farsi notare dagli osservatori in ogni campo da calcio. Così, con un gol dopo l'altro, passò allo Slovan Bratislava: il suo primo passo verso una carriera da professionista. Quella squadra la porta nel cuore, tutt'oggi. Passò al Brescia nel 2004 e ci restò fino al 2007. In Italia è arrivato grazie a Maurizio Micheli. Siamo alle qualificazioni per l'Europeo under 17, anno 2003. Micheli è il responsabile degli osservatori del Brescia e, vista l'impossibilità finanziaria di arrivare a giovani di nazionali di primissima fascia come Spagna, Inghilterra o Germania, decide di volgere lo sguardo verso il girone di qualificazione composto da Slovacchia, Grecia, Lettonia ed Isole Far Oer. Insieme a Lavezzi, Hamsik arrivò a Napoli e subito entrò a far parte del club delle 'scommesse': ovvero, quei giocatori che nei tifosi non riescono a suscitare altro che scetticismo, all'inizio. Sì, all'inizio. Perchè poi quel ragazzino sbarbato con la cresta diventa 'Marekiaro', il beniamino degli stessi tifosi che storcevano il naso quando la società ne annunciò l'acquisto. 

Poi, a 4 anni dallo sbarco all'ombra del Vesuvio, un brutto colpo per il Napoli. Un ceffone in pieno volto. Di quelli leggeri, che assumono però un peso enorme perchè toccano simbolicamente l'orgoglio. Il centrocampista del Napoli dichiara in un'intervista al quotidiano slovacco Pravda: "Non è mai facile capire il momento giusto per cambiare squadra. A Napoli ho trascorso 4 anni bellissimi, in cui siamo cresciuti insieme e forse è arrivato il momento di andare via. Allegri ha detto che mi vorrebbe al Milan, anche a me piacerebbe indossare la maglia rossonera perché sarebbe una svolta per la mia carriera". Già così è tanto, troppo. Dolore insostenibile per i tifosi. Però, Hamsik continua: "Sono ancora giovane, ma finora non ho vinto nulla ed è ora di iniziare. Per ora il Napoli mi ha dichiarato incedibile, ma il mercato è lungo e non ci sono certezze. A metà luglio riprenderò ad allenarmi, non so se ancora col Napoli o al Milan. In ogni caso giocherò sicuramente in Italia, dove mi trovo benissimo". 

Nel 2015, però, Hamsik gioca una carta a suo favore e riconquista l'affetto dei napoletani. Con Benitez, l'amore non sbocciò mai. Incongruenze, feeling inesistente. L'allenatore continuava a schierarlo in una posizione che a Marek non piaceva ma... niente, lo slovacco non si è mai lamentato pubblicamente. Come una tigre pronta a sferrare l'attacco nel momento propizio, la Juve palesa un certo interesse nei confronti del giocatore. La dirigenza bianconera comincia a informarsi con contatti, telefonate, sondaggi e un’offerta che ha toccato prima i 17 milioni, poi in pieno agosto i 20 milioni più bonus fino a 24 complessivi potenziali per Marekiaro. Ma la resistenza del Napoli e del giocatore stesso resta inamovibile. 

Ad oggi, Marek Hamsik è il capitano del Napoli: una vera e propria bandiera per i tifosi. Attualmente, Marek è ad una sola rete da Maradona, dato che il Pibe de Oro si è fermato a quota 81 in maglia azzurra. Attesissimo il gol che gli regalerebbe una gioia immensa: eguagliare Maradona in numero di gol segnati sarebbe qualcosa di eccezionale. Restano tre giornate dalla fine, chissà...

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