
Dal gemellaggio con il Verona all'assalto azzurro negli anni 70 alla Fiesole: i rapporti tra viola e napoletani non è idilliaco
Tifosi rivali e nemici Tanti cori senza violenze Nel 1975 a Firenze i gigliati si ripresero la Fiesole Gli ultimi incidenti sono avvenuti nove anni fa Più che scarsa simpatia, è ostilità manifesta. Anche se, per fortuna, non si ricordano episodi di scontri e violenze particolarmente gravi. Di fatto, le tifoserie di Fiorentina e Napoli si guardano in cagnesco da più di 40 anni, ma in pochi ormai conoscono le vere ragioni alla base di questa acrimonia. Persino tra i componenti delle rispettive curve.In proposito, comunque, sono due le scuole di pensiero. La prima rimanda ad una sorta di inimicizia di riflesso, sottolineando da un lato lo storico gemellaggio tra i supporters viola e quelli del Verona, nemici giurati degli azzurri, e dall’altro il successivo accordo tra i tifosi napoletani e quelli pisani, stipulato - probabilmente per ripicca - negli anni Ottanta. La seconda versione, riferita dal sito web firenzeviola.it, racconta una storia diversa e assai più articolata, che può essere complementare alla prima: «Nel libro della memoria della curva, la presenza di tifosi del Napoli risale ai primi vagiti dei club organizzati. A metà degli anni Settanta, la curva Fiesole veniva presa regolarmente d’assalto da tifosi provenienti in massa da Roma e Napoli. Seppure i capitolini fossero più organizzati, i partenopei arrivavano in grande numero e spesso si accaparravano gran parte della futura curva viola. Fu allora che Stefano Biagini, passato ai posteri come “Il Pompa”, avviò la fondazione degli Ultras Viola, nel 1973, affinché la Fiesole tornasse unico territorio di fede gigliata. Erano i tempi in cui da Napoli, oltre ai tifosi, arrivava anche il cosiddetto “Ciuccio”, l’asino che rappresentava la mascotte del club sotto al Vesuvio». Ancora: «Lui, “Il Pompa”, con l’immancabile maglia di Claudio Merlo (famoso centrocampista della Fiorentina degli anni Sessanta e Settanta, ndr), i colleghi napoletani li spediva fuori dalla Fiesole. Fu però intorno al 1982 che le due tifoserie si ritrovarono più vicine. Per la verità non fu un vero e proprio gemellaggio, bensì un patto di non belligeranza, che durò ben poco. Da allora, l’arrivo in massa di supporters azzurri ha sempre creato qualche problema». L’ultimo episodio, in ordine cronologico, risale al novembre del 2007. Tre ultras azzurri rimasero feriti nel corso delle scaramucce avvenute fuori dallo stadio. Mentre due tifosi gigliati, entrati per sbaglio nell’area del settore ospiti, finirono malmenati. Ciò nonostante, alla fine il bilancio venne giudicato «sostanzialmente positivo», per una partita a «rischio 3». L’opportunità per ricucire lo strappo una volta per tutte arrivò poi il 3 maggio 2014, in occasione della finale di Coppa Italia, quando - una volta appresa la notizia del ferimento di Ciro Esposito, che versava in fin di vita – i tifosi fiorentini presenti sugli spalti dell’Olimpico decisero di fermare i cori, in segno di rispetto. Il gesto fu particolarmente apprezzato dai partenopei che, nella successiva sfida di campionato al San Paolo, tesero la mano agli avversari esponendo uno striscione con la scritta: «Lunga vita al nemico viola». Nel linguaggio degli ultras, era un messaggio significativo. Tuttavia, nel corso dell’incontro, gli antichi dissapori non tardarono a riemergere. La versione dei tifosi azzurri è che i sostenitori della Fiorentina ad un certo punto si sarebbero messi ad inneggiare al Verona. I toscani, invece, oltre a lamentare di essere stati costretti a vedere la partita «in una vera e propria gabbia», obiettano che i cori rappresentavano la reazione al lancio di bottiglie ed altri oggetti, piovuti nel loro settore. Insomma, pace dimenticata, e nemici come prima.