Di Marzio: "Perisic pallino di Bigon, ma il Wolfsburg cede i propri talenti solo per prezzi da gioielleria"

17.11.2014
12:00
Redazione

Scrive così Gianluca Di Marzio sul suo sito all'indomani di Italia-Croazia finita poi 1-1: 

Non solo li fanno giocare, li proteggono e gli danno fiducia. Adesso va a finire che diventano anche profeti in patria, i giovani. Quelli bravi. Chiedetelo a Mateo Kovacic: quando si fa male un certo Luka Modric, uno con cui il piccolo Mateo solo una decina di anni fa faceva le foto come suo tifoso, la Croazia di fronte all’Italia mica va in bambola. Non piange: sorride e guarda oltre. Perché entra in campo con il numero 20 proprio lui, Kovacic, un ’94 profeta in patria e nel ‘suo’ San Siro. All’Inter hanno imparato a goderselo, a proteggerlo contro chiunque lo attacchi, Mancini aspettando di allenarlo l’ha giá lanciato come “possibile futuro campione”. Kovacic intanto cresce e si prende anche la Croazia: testa alta sempre, progressioni e invenzioni, visione di gioco e carezze al pallone. Champagne. Quando entra lui, il pezzettino nerazzurro di San Siro timidamente applaude. Il resto è repertorio conosciuto, ripetuto da Re al Meazza anche con la maglia a scacchi della Croazia. “Mi è piaciuto tantissimo”, sussurra Kovac in conferenza post partita. All’Inter sperano che non si urli troppo di Mateo, gioielli pregiato, perché i top club possono essere dietro l’angolo e prima di tutto c’è il rinnovo fino al 2019. Kovacic intanto, tanto per non cambiare, incanta. E non è il solo nella Croazia che si piace nel suo calcio in passerella a San Siro: a proposito di top club, piú di qualche societá ha messo gli occhi su Ivan Perisic, un ’89 che strappa applausi. Al Napoli lo conoscono bene, giá dal Mondiale è un pallino di Bigon. Perché Perisic è il classico giocatore che fa innamorare gli allenatori, prima ancora dei tifosi: corre per tre sulla fascia, ha piedi buoni e visione di gioco, sa segnare (anche grazie a Buffon, stasera) ma anche ripiegare. Al Wolfsburg se lo coccolano, da quelle parti per privarsi dei propri pezzi pregiati sparano prezzi da gioielleria. Comprensibile. Si spende sicuramente meno per Marcelo Brozovic, 22 anni oggi con candeline a San Siro, uno che ama portare palla e inserirsi: alla Dinamo Zagabria è il fulcro del gioco e anche nella Croazia è tassello perfetto in mediana, l’Arsenal lo tratta mentre l’Inter lo conosce bene. E poi? E poi c’é Andrej Kramaric, gigante del ’91 – che in 20 minuti – scombussolati dai fumogeni – qualcosa di buono ha fatto vedere. L’Atalanta lo ha ammirato dal vivo con Marino e Percassi, Inter e Milan sono attente a lui da tempo. Prendere nota e sottolineare, la gioventú croata di Kovacic e compagni gioca e convince. Profeti in patria come a San Siro.

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