
Gazzetta - Ultras Juve indagati per estorsione, associazione a delinquere e riciclaggio: inflitti super Daspo di 10 anni
La procura traccia la via maestra. Mai pene così pesanti nella storia del calcio italiano erano state comminate ai delinquenti negli stadi. Tanti daspo, addirittura fino a 10 anni. Ed in aggiunta la reclusione per molti tifosi che prima "governavano" le gradinate della curva dell'Allianz Stadium e minacciavano la Juventus ed Agnelli. Nel processo Alto Piemonte è stato scoperchiato il vaso di Pandora. Con il numero uno del club bianconero ha dato vita ad una vera e propria rivoluzione testimoniando contro gli Ultras che lo minacciavano e gestivano il bagarinaggio nel proprio settore. Nuovi aggiornamenti vengono forniti dall'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport.
In totale di Daspo se ne contano 38 e hanno colpito persone che, a vario titolo, sono state indagate in quest’ultima inchiesta. Di queste, 15 hanno l’obbligo di firma durante le gare della Juve: sono i 12 ultrà già sottoposti da dieci giorni a misure cautelari per reati vari come estorsione, associazione a delinquere e autoriciclaggio più altri tre semplicemente denunciati ma con precedenti. È l’altro sottoinsieme, però, a fare giurisprudenza: è quello colpito dal nuovo «super» Daspo introdotto tre mesi fa dal Decreto Sicurezza Bis. A dover rimanere fuori dagli impianti sportivi per 10 anni (nuovo massimo storico) sono il capo del gruppo Tradizione, Umberto Toia, e la cupola del gruppo rivale, «I Drughi» (il capo dei capi Dino Mocciola, il suo ex luogotenente Salvatore Cava e quello che negli ultimi tempi ne aveva preso il posto, Domenico Scarano).