Il Foglio: Kvaratskhelia è puro calcio-YouTube, da perdere la testa prima di aver imparato a scriverne il nome

17.09.2022
20:15
Redazione

Il Foglio, con un editoriale a firma Pastore, presenta Milan-Napoli. Lo fa mettendo in relazione due degli uomini più rappresentativi: Kvaratskhelia per gli azzurri, De Ketelaere per i rossoneri. 

Ormai le sue brutali accelerazioni a testa bassa, da cui sfociano gol, assist o rigori procurati come a Glasgow, vengono precedute dal tuono; eppure non c’è verso. È puro calcio-YouTube, roba da perdere la testa prima ancora di aver imparato a scriverne correttamente il nome: la ruleta + sventola sul palo da fuori area contro la Lazio era quasi da candidatura al Premio Puskas e la secchezza del tiro promette di creare pericoli ogni volta che carica il piede.Se Kvaratskhelia è già Kvara-dona per i cacciatori di titoli a sensazione e lui nulla fa per scacciare dal tempio i portatori di una tale blasfemia, il paragone impossibile con Kakà rischia di segare silenziosamente le gambe a CDK. Se Gianni Brera usava riferirsi a Gianni Rivera con l’epiteto (tra i tanti) di “pallido prence mandrogno”, i tanti mini-reporter da social e siti web, un po’ più illetterati, non hanno ancora inquadrato l’espressione adatta per definire i primi quaranta giorni italiani di De Ketelaere, che dal canto suo si è limitato a distillare promesse di grande calcio. E' proprio questo il motivo per cui il Napoli può credere allo scudetto adesso molto più che l’anno scorso: perché il trauma di pomeriggi come quello di Empoli ha spazzato via l’ansia dell’ora o mai più, mortale per un ambiente che si ciba di ricordi vecchi di trent’anni. Il nemico del Napoli e di Spalletti è solo mentale: ma le farfalle nello stomaco, agitate dalle parole piene di promesse dei leader alla Koulibaly, Mertens, Insigne, che la scorsa primavera mangiarono l’anima al gruppo e all’allenatore, adesso non ci sono più. Naturalmente non è detto che non tornino, sempre a primavera, quelle maledette.

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