Il Roma - Napoli sempre più solo in casa. Il San Paolo diventa “amico” degli altri

04.09.2015
15:40
Redazione

Napoli ha abbandonato il Napoli. Lo ha fatto nel modo più assurdo, imprevedibile, inaspettato. Eppure in quello più semplice, rompendo il cordone ombelicale che legava la squadra alla città, ai tifosi, ad un popolo intero che in quella maglia azzurra trovava rifugio e che grazie ad essa, per un istante, annebbiava paure, tristezze, problemi. Il Napoli ha smesso di essere veicolo di speranza, d’amore incondizionato, di fiducia riposta ad occhi chiusi. Al di là dal risultato, come recitava un famoso striscione dello stadio. Il San Paolo, appunto: teatro amico dove si consumavano battaglie (sportive, s’intende) e si vivevano sogni, spesso ad occhi aperti, gonfi d’emozione. Il numero esiguo di abbonamenti sottoscritti quest’anno è la conferma più lampante di un rapporto d’amore improvvisamente incrinatosi tra società e tifosi. Appena 7mila tessere vendute per uno stadio che ogni domenica, in passato, si riempiva a prescindere dalla categoria, dagli obiettivi, dal prestigio di chi, in campo, catturava fischi o applausi. In 60mila per la prima in Serie C, contro il Cittadella, ed appena 25mila domenica scorsa, contro la Sampdoria, all’alba della nona stagione consecutiva in Serie A. Nel mirino dei tifosi principalmente De Laurentiis, l’artefice della rinascita del club ma che ora, inevitabilmente, rischia di affogare nel mare di proclami e di promesse mai del tutto mantenute. LE REAZIONI. Il malumore della piazza va oltre il mercato, che ha inciso, sì, ma solo in parte: «Il calciomercato coinvolge tutti, menomale che è finito», è il pensiero di Alberto, 50 anni, ed una vita trascorsa in Curva B: «Soriano lo abbiamo perso per quattro minuti, ma il problema principale è un altro. Ormai il San Paolo è scomodo, fatiscente, e fare il tifoso praticante è sempre più complicato. E poi si gioca in orari assurdi. Viviamo nell’era del calcio spezzatino e delle tv a pagamento: a costi contenuti abbiamo un prodotto ottimo, a differenza dei servizi pessimi che ci offre lo stadio». Fiducia massima nell’allenatore: «Se il Napoli giocasse sempre come nel primo tempo contro la Samp, allora lo stadio tornerebbe a riempirsi. Sono sicuro che Sarri ci farà divertire ed appassionare, ma la società ha l’obbligo di difenderlo. Per 45 minuti siamo stati tutti entusiasti, poi è finita la birra e abbiamo sofferto. In un altro momento storico non avremmo sentito fischi, ma De Laurentiis spesso se li tira con i suoi atteggiamenti. Lui non può fare del Napoli una ditta individuale, serve una società strutturata, oltre che economicamente solida». Serve anche altro, ad esempio “vittorie ed un progetto serio” secondo Mario, 30, altro fedelissimo della Curva B: «Basta prese in giro, bisogna tornare a lottare, uniti, verso un unico obiettivo. Solo così riavremo un San Paolo da urlo. Contro la Sampdoria lo stadio ha sostenuto i giocatori ed è sembrato entusiasta di come la squadra seguisse il nuovo tecnico». Meno ottimista Vincenzo, 50, ospite fisso dei Distinti: «Quest’anno arriveremo tra il quinto e l’ottavo posto. Per riavvicinare i tifosi, oltre ad una squadra in grado di poter lottare per le prime posizioni, serve uno stadio finalmente confortevole: i gradoni e i sediolini sono vecchi e inadeguati». A fargli eco è Gennaro, 55, sempre presente nel settore Distinti: «C’è crisi, non dimentichiamolo, ma la verità è che ormai manca entusiasmo. Anche quest’anno il mercato ha deluso, la squadra non è stata rinforzata mentre le aspettative della piazza sono sempre alte. Questo Napoli può far bene, ha lasciato intravedere sprazzi di bel gioco, ma il tifoso vuole vincere». Decisamente più fiducioso Luigi, 48, abbonato storico in Tribuna Posillipo: «Il calo abbonamenti è dovuto all'ostilità verso il presidente, a mio avviso ingiusta. Ma ormai il tifoso si è imborghesito. Un esempio? Domenica scorsa, per quasi un’ora, abbiamo ammirato una squadra spettacolare, poi nella ripresa il Napoli è calato e molti se ne sono addirittura andati…».

Fonte : Tarantino - Il Roma
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