L'editoriale di De Giovanni: "L'estate del tifoso, tra Mondiale e mercato: un occhio alla tele e un altro allo smartphone. Senza speranza"

21.06.2018
11:00
Redazione

Vi proponiamo di seguito l'editoriale di Maurizio De Giovanni per l'edizione odierna del Corriere del Mezzogiorno. Ecco quanto evidenziato dalla

Vi proponiamo di seguito l'editoriale di Maurizio De Giovanni per l'edizione odierna del Corriere del Mezzogiorno. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di CalcioNapoli24.it.

"Diciamoci la verità, il tifoso azzurro dell’assenza dell’Italia al mondiale russo non soffre più di tanto. Certo, gli sarebbe piaciuto appassionarsi alle vicende di una nazionale sbarazzina e aggressiva come quest’ultima di Mancini, che esplora i rari giovani e gli ancor più rari talenti che propone l’italico football: ma di quella sVenturata che si è fatta cacciare dagli anonimi tristi svedesi non si poteva ragionevolmente innamorarsi, piena di vecchiume e spaccata da contrasti, tatticamente insipiente e tecnicamente mediocre.

Siccome peraltro il tifoso azzurro (e di qui in poi per azzurro si intende quello del golfo) si era nel frattempo abituato a una meravigliosa coreografia, che aveva dato luogo a stucchevoli dibattiti sulla preferibilità rispetto al cinismo dei ricchi padroni, mal si sarebbe adattato alla Grande Bruttezza; ed è forse meglio che i ragazzi di Mancini (e nemmeno sarebbero stati loro, probabilmente) non siano andati a fare misere figure in terra russa. Per cui il divano di casa ospita uno spettatore malinconico ma non addolorato, tiepidamente interessato alle sorti delle nazionali che propongono fanciulli di casa al San Paolo.

Ed è così che la sconfitta di Milik e Zielinski viene ammortizzata dalla vittoria di Koulibaly, e il gol fantastico del folletto belga viene esibito come un gioiello di famiglia. Nella fondata speranza che nessuno si faccia male, e che vadano presto in vacanza per poter tornare carichi e forti e che soprattutto nessuno decida di mettere le tende altrove. Ma si sa, il tifoso è strabico. Se con un occhio vede il mondiale, perché il calcio è il calcio ed è sempre bello vederlo dipanarsi sul terreno di gioco, con l’altro scandaglia siti e tg24 alla ricerca di buone notizie dal mercato. Vero è infatti che i colpi grossi ci sono già stati in numero di due, un allenatore tra i primi cinque al mondo per trionfi realizzati e uno dei talenti più brillanti che il calcio nostrano abbia prodotto in anni recenti, quel campione perfettamente ambidestro che meglio avrebbe fatto a venire lo scorso gennaio, chissà se qualche colore in più avrebbe adornato le partenopee divise, ma meglio Verdi che mai.

Ed è altrettanto vero che tra prestiti estinti e acquisti a parametro zero Castel Volturno si riempirà di ragazzi determinati a restare in zona, Ciciretti e Inglese, Roberto Insigne e Luperto, ivi incluso il recalcitrante Amin Younes di cui siamo tutti curiosi di conoscere le intenzioni. Eppure non c’è tifoso che non sappia che il fronte arrivi è tutt’altro che saturo, anzi: le partenze a vario titolo di Reina e Maggio, quelle probabili di Jorginho e Hamsik (speriamo, perché non osiamo immaginare con che spirito vogliano restare con le offerte che hanno in portafoglio) richiedono ricambi, e ricambi richiede il probabile cambio di modulo che faccia assomigliare la squadra al suo nuovo tecnico. Come sempre, al Napoli sono associati nomi a decine e forse a centinaia. Alcuni sono dati già in arrivo, altri sono ritenuti prossimi al casello, altri ancora appena partiti dalle sedi di appartenenza: ma il tifoso sul divano ben sa quanto siano cocenti le delusioni dei contratti non depositati ancorché già sottoscritti, delle problematiche insuperabili derivanti dai diritti di immagine, delle perniciose influenze di mogli, compagne e fratelli. Meglio non dare nulla e nessuno per scontato, e attendere il tweet presidenziale. Fino ad allora meglio sarebbe guardare Iran – Spagna, o Portogallo – Marocco senza ansie o angosce. Impossibile, eh? Impossibile, sì. E quindi il tifoso camaleonte permarrà per tutto il tempo sul divano, un occhio alla tele e un altro allo smartphone. Senza speranza".

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