Timossi rivela: "Ecco dov'è finito Mazzarri, in Italia due club pensano a lui"
Non è un Paese per gli allenatori. In Italia è partita un’altra strage, saltano come rane. Nelle ultime ore si sta consumando una vera ecatombe. I sicari hanno il solito complice, la sosta del campionato per gli impegni della Nazionale. E’ una puerile giustificazione, ti fa credere due cose. Prima cosa: puoi prendere in poche ore una decisione che non sei riuscito a prendere nelle settimane precampionato. Seconda giustificazione: chi verrà avrà il tempo di insegnare alla squadra le cose che un altro allenatore non è riuscito a spiegare ai suoi caproni in quattro o cinque mesi, ritiro compreso.
A Palermo è saltato Iachini, accusato forse di aver vinto l’ultima partita, di aver conquistato 14 punti, di aver già portato una squadra (che ha venduto molto e comprato male) lontana dalla zona retrocessione. Ma qui è inutile cercare dei motivi razionali, il problema è che il calcio italiano non riesce a esonerare un presidente come Maurizio Zamparini. Lui li ha fatti fuori tutti, compreso Walter Zenga, che è appena stato cacciato dalla Sampdoria di Massimo “Viperetta” Ferrero. Zenga il 23 novembre 2009 era stato già sollevato dall’incarico da Zamparini, che prima lo aveva chiamato per sostituire Ballardini, che adesso è il nuovo allenatore dei siciliani. Capite che svincoli micidiali affliggono la nostra serie A?
Unica consolazione: Davide Ballardini è un buon allenatore, un gentiluomo, un normalizzatore, potrà salvare la squadra comunque. Però non salverà mai Zamparini dal male di vivere. La vicenda Zenga-Samp non è ancora finita. Lui è volato a Dubai subito dopo il ko con la Fiorentina. Per questo motivo Er Viperetta vorrebbe cacciarlo per giusta causa. Così il presidente risparmierebbe 500.000 euro. Li vorrebbe girare alla Fiorentina per pagare la clausola rescissoria che la famiglia Della Valle ha messo sul contratto di Montella. Manca uno zero, vero, la clausola è di 5 milioni. Però Ferrero è convinto di farcela, Montella di fatto ha già detto sì, preoccupato che altro tempo senza allenare possa oscurare la sua fama di astro nascente, già messa a dura prova dagli exploit fiorentini di Paulo Sousa. Zenga pare che se ne possa fregare di quei 500.000 euro (beato lui), ha già messo di mezzo un avvocato, ha festeggiato con qualche giorno di ritardo il compleanno della bella moglie e se ne resta in Dubai.
Perché l’Italia non è più un Paese per allenatori. Sì salvano in pochi. Sarri, certo, ma non si può dimenticare che dopo il pareggio del suo Napoli a Empoli, il presidente voleva che qualcuno restasse nella toscana Città del Carciofo e prendesse contatti con Luciano Spalletti. Per fortuna l’idea è tramontata, Sarri è rimasto in panchina e così il Napoli magari potrà vincere lo scudetto. Si salva anche l’Empoli, almeno per ora, ma attenzione: Marco Giampaolo è uno dei migliori allenatori in circolazione e quando stava per andare sulla panchina della Juventus stava soltanto per ottenere quanto meritava. Non è finita così, lo hanno messo in disparte e c’è voluta la serietà della dirigenza empolese per rilanciarlo. “Qui si parla e si fa solo calcio”, racconta l’allenatore. Strana gente, quelli di Empoli.
Sono una enclave nel Paese delle scorciatoie, dove esonerare l’allenatore è la strada più facile per coprire errori altrui. E allora fa bene Francesco Guidolin, che prima ha detto no al Bologna (al suo posto Donadoni per l’esonerato Rossi) e poi si è pure chiamato fuori dall’ipotesi Verona. Così, almeno per ora, resta in sella chi sembrava già esonerato, cioè il tecnico dei veneti, Andrea Mandorlini.
Non è un Paese per allenatori e infatti Zenga se ne resta a Dubai, dimostrerà pure che il suo presidente gli aveva concesso il permesso di volare dalla terza moglie, nelle prossime ore vedrete che le sorprese e i messaggi di guerra non mancheranno. E infatti Claudio Ranieri vola in Premier, terzo con il suo Leicester.
E fa bene Walter Mazzarri a restare nell’ombra che lui tanto ama. Volete sapere che fine ha fatto? Ha lasciato l’Italia, è volato in Inghilterra. No, non ha scelto Londra, dove ci sono sempre troppi italiani. E’ invece volato a Manchester, dove giocano due grandi squadre e dove in venti minuti può raggiungere Liverpool e goderti in santa pace i match dei Rossi e pure quelli dell’Everton. Mazzarri è partito per l’Inghilterra a marzo con l’amico Antonio Finco, giornalista e scrittore. “Voglio imparare l’inglese e allargare così il mio mercato”, ha spiegato al consulente. Manchester è perfetta, Mazzarri si è trasferito in città a giugno, vive con una famiglia inglese e ha un professore d’eccezione, Sean Warren, lo stesso che ha introdotto un metodo innovativo per insegnare la lingua ai giovani stranieri che vengono arruolati nell’Accademia dei Red Devils. Mazzarri non ha certo bisogno di allenare: ha un contratto con l’Inter fino a giugno 2016, per una cifra tonfa di 3,5 milioni netti a stagione. In Italia pensano a lui Juventus (per il dopo Allegri) e Roma (per le continue incertezze di Garcia)? Sicuramente sì, ma speriamo che alla fine desistano. Anche e soprattutto per il bene di Mazzarri. L’Italia non è più un Paese per allenatori. Non per quelli bravi.