Milan, scoppia il caso Bertolacci: il giocatore non è più lo stesso
Pochi tiri, pochi lanci, poche iniziative: pagato 20 milioni dai rossoneri ma il centrocampista non è quello di Genova. E Sinisa ha bisogno di lui. Sulla Gazzetta Sportiva in edicola oggi, un articolo a firma G.B. Olivero fa il punto sul difficile pre-campionato di Andrea Bertolacci con il il Milan. Non è una questione di soldi, ma di peso specifico nel gioco del Milan - si legge nell'articolo -. I soldi, semmai, sono solo un indizio: se spendi 20 milioni per un centrocampista, sei convinto che ti possa garantire un bel salto di qualità. Solo che finora questo salto di qualità non si è visto. Lo sbarco di Andrea Bertolacci sul pianeta Milan è stato meno semplice del previsto. In realtà qualche complicazione era naturale, ma sorprende che dopo gli inizi timidi delle prime amichevoli non ci sia stato alcun passo avanti sensibile. I problemi sono due: uno tattico e uno di personalità.
TATTICA - Nel Genoa, Bertolacci aveva il copione di Gasperini da seguire, ma godeva anche di una certa libertà d’azione, spiega Olivero. Era il giocatore che costruiva da dietro e che poi spuntava anche all’improvviso in avanti: con i suoi inserimenti è stato molto prezioso nello splendido campionato dei rossoblù. Nel Milan, almeno finora, Andrea è apparso molto più bloccato.
PERSONALITA’ - E allora qui il discorso tattico si intreccia con quello relativo alla personalità del giocatore. Mihajlovic, infatti, chiede grande attenzione ai meccanismi, ma dalle mezzali pretende anche inserimenti senza palla e lascia grande libertà di seguire ispirazione e talento sulla trequarti. Nel gioco di incroci disegnato dal tecnico, spesso il trequartista si allarga lasciando spazio per l’inserimento per vie centrali delle mezzali. E Bertolacci ha la testa e i tempi per presentarsi al tiro in buona posizione sorprendendo gli avversari. Nei test estivi non l’ha fatto e può darsi che le gambe ancora non rispondano bene alle sollecitazioni. Ma Andrea deve anche scrollarsi di dosso quella timidezza che l’ha un po’ frenato nelle prime esibizioni con la nuova maglia. Questa è la grande occasione della sua carriera, conclude l'articolo della Rosea: dopo essere cresciuto nella Roma ha dovuto girovagare tra Lecce e Genoa prima di meritarsi un club di vertice.