Ndrangheta, Iaquinta cita Marchisio e Bonucci come testimoni

05.03.2016
09:20
Redazione

«Quello che è ci è accaduto è una vergogna. Ho anche pensato di andare via da Reggio». Vincenzo Iaquinta, campione del mondo con la Nazionale nel 2006 in Germania, è molto demoralizzato per la vicenda che ha colpito la sua famiglia. Il padre arrestato nel blitz Aemilia, e poi liberato per mancanza di gravi indizi, e lui stesso denunciato per la vicenda di due pistole che deteneva regolarmente, ma che furono trovate a casa del padre al quale era stato tolto il porto d’armi. Padre e figlio erano in tribunale a Reggio Emilia insieme al legale Carlo Taormina per depositare la lista testimoni del processo Aemilia. Tra i testimoni citati ci sono i giocatori della Juventus Marchisio e Bonucci. I due calciatori sono stati chiamati in relazione alle dichiarazioni della consulente finanziaria bolognese Roberta Tattini, per la quale il pm Marco Mescolini nel processo Aemilia in corso a Bologna ha chiesto una condanna a 13 anni e 8 mesi. La professionista sostiene di aver incontrato Giuseppe e il figlio Vincenzo il 19 giugno 2011, prima disse a Gualtieri alle 15.30 e poi a Reggiolo alle 19.15. Secondo la Tattini in quell'incontro sarebbe avvenuto per discutere di una somma di denaro da riciclare. La fiscalista fece anche una foto con Vincenzo, in quanto juventina. Il calciatore ha sempre detto che il 18 giugno si trovava a Siena al matrimonio di Bonucci e poi il giorno successivo, quello dell’incontro, tornò a Reggio in auto con Marchisio. Circostanze che i due calciatori saranno chiamati a confermare al processo Aemilia.

Fonte : Gazzetta di Reggio.it
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