“Non posso accettare ciò che mi ha detto Guida”. Ricordate cosa fece Conte con il Genoa nel 2013?

10.05.2025
12:00
Redazione

Tra i precedenti da allenatore di Antonio Conte contro il Genoa non può sfuggire quello del 2013 che gli costò anche due giornate di squalifica

Il Genoa non è un bel ricordo per Antonio Conte. Nel 2013, al termine proprio di un Juve-Genoa 1-1, si scagliò in campo contro l’arbitro Guida di Torre Annunziata che non diede - secondo l’attuale allenatore del Napoli - tre calci di rigori ai bianconeri. Le immagini dell’epoca videro Conte, al triplice fischio finale, andare direttamente dall’arbitro in modo piuttosto diretto e forte. L’allenatore, nelle interviste post gara, dichiarò:

“Tutti hanno visto che c'erano tre rigori per noi. Il fallo di mano di Granqvist, il fallo su Pogba e quell'altro su Vucinic. Senza contare che hanno dato solo 3 minuti di recupero. Quello che non accetto è un arbitro che mi dice che non se l'è sentita di dare il rigore. Tutti hanno visto cosa è successo, pure un cieco avrebbe visto. Il rigore è sacrosanto e posso accettare un errore, ma non ciò che mi ha detto Guida”.

 

Anche Giuseppe Marotta, all’epoca dirigente della Juventus, attaccò Guida per la direzione di gara dichiarando:

“Per un arbitro come Guida di Torre Annunziata ci sono difficoltà a venire ad arbitrare la Juventus. Non parlo di malafede ma di difficoltà. Al 94' un arbitro della provincia di Napoli si è trovato in difficoltà. Così come è consigliabile che un arbitro di Novara non arbitri la Juventus, così un arbitro napoletano non deve venire ad arbitrare la Juventus”.

Antonio Conte fu squalificato per due giornate dopo le vibranti proteste nei confronti dell’arbitro Guida di Torre Annunziata ed i suoi assistenti. Il comunicato ufficiale del giudice sportivo dell’epoca (Tosel ndr) spiegò i motivi della sanzione data all’allenatore:

“Per avere, al termine della gara, sul terreno di giuoco, fronteggiato con atteggiamento intimidatorio il direttore di gara e un arbitro addizionale, contestando il loro operato con espressioni ingiuriose, che reiterava poco dopo negli spogliatoi”.

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