Omicidio Esposito, De Santis rinviato a giudizio. E vede la madre di Ciro
L'ex ultrà romanista sarà processato: prima udienza l'8 luglio. In occasione dell'udienza preliminare Antonella Leardi ha incrociato lo sguardo dell'uomo che ha sparato a suo figlio: "È stato come un parto".
L'ex ultrà romanista Daniele de Santis è stato rinviato a giudizio per l'omicidio di Ciro Esposito, ferito poco prima della finale di Coppa Italia Fiorentina-Napoli il 3 maggio dello scorso anno e morto dopo 53 giorni di agonia. Il processo comincerà il prossimo 8 luglio. A disporre il processo, su richiesta dei pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio, è stato il gup Maria Paola Tomaselli. De Santis dovrà rispondere di omicidio volontario, lesioni e porto abusivo d'arma. Sotto processo è finito, per rissa, anche un napoletano, Gennaro Fioretti, il quale faceva parte del gruppo che, con Ciro Esposito, si avventò contro "Gastone" dopo l'assalto ad un pullman di tifosi. Per l'altro napoletano, Alfonso Esposito, andrà rifatta l'udienza preliminare a causa di un difetto di notifica.
L'INCONTRO — Quasi un anno dopo, inaspettatamente, l'incontro. Raggelante. Dolorosissimo. "Come un parto". Antonella Leardi ha incrociato lo sguardo di Daniele De Santis, l'uomo che il 3 maggio 2014 sparò al figlio, il 29enne Ciro Esposito, deceduto dopo aver lottato per 52 giorni contro i postumi delle ferite al polmone. "Il dolore che ho provato oggi è immenso - racconta la signora Leardi davanti all'aula 6 della Palazzina A del Tribunale di Roma -, simile a quello che si prova durante il parto, quando l'ostetrica ti prende il figlio appena nato". Per l'udienza preliminare convocata davanti al Gup Maria Paola Tomaselli, è arrivato, inaspettatamente e a bordo di una lettiga, anche l'ex ultrà romanista Daniele De Santis. E con l'indagato, difeso dai legali Politi e Terracina, si è presentato un gruppo di amici che lo ha sostenuto con cori e grida di incitamento. Una scena inquietante, che ha ferito ancor più la mamma di Ciro. "Mi hanno chiesto scusa? Mai. Ma non è a me che le devono presentare - ha detto ancora Antonella Leardi -. A Dio un giorno devono spiegare quello che hanno fatto".