
"Sei troppo silenzioso: non riusciamo ad interagire con te". De Bruyne, lo choc dalla famiglia affidataria e la svolta della carriera
Kevin de Bruyne ha una storia personale davvero molto particolare
Calciomercato Napoli - La storia personale di Kevin De Bruyne è davvero molto particolare. Fin da piccolo, gli fu messa l’etichetta di bambino estremamente timido che amava comunicare con gli altri solo giocando a calcio. Il piccolo Kevin non era uno molto espansivo o socievole. Aveva pochi amici ed un carattere molto introverso. Proprio questo suo modo d’essere ha rappresentato in qualche modo il punto di svolta della sua carriera.

Famiglia affidataria di Kevin De Bruyne
All’età di 14 anni, Kevin decide di lasciare casa per intraprendere un percorso calcistico con l’Accademy del Genk. Fu la prima volta che si allontanò dalla sua famiglia d’origine per andare in un posto totalmente diverso. Le difficoltà per De Bruyne il quale era totalmente focalizzato sul calcio non avendo praticamente vita sociale. Il momento peggiore però è stato il passaggio a una famiglia affidataria, ossia persone che mettono a disposizione il loro appartamento per accogliere i giovani giocatori.
Il giovane Kevin, come detto, aveva un carattere molto introverso: parlava poco, praticamente con nessuno. Si sentiva a suo agio nel silenzio. Una condizione che però gli ha creato non pochi problemi nelle relazioni con gli altri. Una mazzata terribile arrivò quando la famiglia affidataria nel periodo del Genk comunicò di non volerlo più ospitare. La mamma di Kevin disse a suo figlio: "La famiglia affidataria non ti vuole più lì per via di chi sei. Hanno detto che sei troppo silenzioso. Non riescono a interagire con te. Hanno detto che sei difficile”.
La reazione del 16enne De Bruyne fu molto forte. Alla notizia andò a sfogarsi in giardino giocando a pallone. La svolta definitiva avvenne proprio dopo quel rifiuto. Scese in campo con il Genk segnando 5 gol. Una prestazione che, due mesi dopo, gli permise di entrare a far parte della prima squadra.