Traorè e la malaria: come l'ha contratta, sintomi e cosa comporta

02.03.2024
17:00
Redazione

Malaria Traorè, come è successo: la ricostruzione

Hamed Junior Traorè è in costante crescita. Tanto che l'ex Sassuolo - proprio come al Mapei Stadium - si sta man mano ritagliando il suo spazio con buone risposte sul campo. Tecnicamente non è mai stato in discussione: erano le tempistiche di tale operazione, piuttosto, a lasciare perplessi. 

Il Napoli aveva infatti bisogno di rinforzi immediati a gennaio e il giocatore del Bournemouth non era disponibile nell'immediato. Colpa dei tanti acciacchi fisici che ne hanno condizionato la prima parte di stagione in Premier League ma anche per un altro imprevisto di diversa natura: la malaria. Ma come è accaduto esattamente? 

Traorè e la malaria: come è iniziato l'incubo 

Il tutto risale a novembre quando fu convocato dalla Costa d’Avorio per la gara contro le Seychelles per le qualificazioni mondiali finita addirittura 9-0: doveva essere un giorno speciale e l'inizio della rinascita, poiché Traoré trovò la sua prima doppietta in nazionale tra il 77esimo e il 94esimo, e invece fu l’inizio di un incubo. Al rientro in Inghilterra, infatti, inizia a sentirsi male tanto da farsi accompagnare in ospedale: lì gli diagnosticano la malattia e resta ricoverato per diverse settimane. 

Sintomi e conseguenze della malaria 

Come si legge sul Ministero della Salute, è una puntura di determinate zanzare infette a trasmettere la malattia. Non si trasmette per contatto internano ma tramite in particolare la zanzara Anopheles. Quindi è questo che ha provocato il calvario del giocatore oggi nel Napoli. In Italia tale problematica è stata superata dagli anni 50, ma resta ancora oggi un enorme problema sanitario mondiale. I sintomi sono febbre, mal di testa, mal di schiena, sudorazione, dolori muscolari, nausea, vomito, diarrea e tosse. Insomma un incubo per Traoré. 

Se la forma più aggressiva non viene trattata entro 24 ore - e per fortuna non era il suo caso - può portare gravi conseguenze anche agli adulti. A prescindere può portare problemi respiratori anche settimane dopo il ricovero ed è per questo l'atleta è stato sempre monitorato con attenzione dallo staff medico partenopeo dal suo arrivo. 

Per la guarigione è necessaria una lunga e specifica cura poiché il parassita si rivela particolarmente resistente ai medicinali. Motivo per cui Traoré è stato a lungo ricoverato in ospedale. Ma per fortuna ormai è tutto alle spalle e oggi si sta riprendendo quanto merita. Chissà che tale rendimento non gli valga anche la conferma al Napoli a fine stagione. A soli 24 anni ha potenzialmente un grande futuro all'orizzonte. 

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