'Stupido è chi lo stupido fa'. Cavani, Mazzarri e De Laurentiis: no ai personalismi, un passo indietro per il bene del Napoli

27.03.2013
16:00
Luca Cirillo

Un momento a testa, uno per Cavani, l'altro per De Laurentiis. Il primo, rispondendo a una domanda sul suo futuro, l'ennesima e ormai scontata, ha spiegato a chi non lo sapesse ancora che il calcio è business, un mercato sempre aperto e somigliante ad una scatola di cioccolatini: non sai mai quale ti capita. Il secondo, di rimando e per nulla seccato, non ha nemmeno ricordato al primo che c'è un contratto firmato e appena rinnovato lo scorso anno con ingaggio da campione, ma si è affrettato placidamente a rasserenare il suo popolo, in senso lato, molto lato fino a perdersi all'orizzonte, sottolineando che il Napoli andrà avanti pur senza il suo adorato bomber, colui che ha raccolto l'eredità affettiva di Lavezzi. "Io potrei anche andarmene, non dipende da me", "vai pure, sono tutti importanti nessuno imprescindibile, ma dipende da te". Una scherma fredda, stoccate a parole senza affondi concreti: stilistica, d'esibizione, per la platea. Una platea che resta a guardare attonita rievocando l'addio del Pocho anticipato da una situazione molto simile a questa. Una platea, come Forrest Gump, seduta su una panchina a vivere di flashback tra vita reale e illusioni con lo slancio dei sentimenti, quelli sconosciuti ai 'normodotati' supporters dei club abituati a gestire soldi e trofei. E allora, che si fa? Nulla. Inerzia, preoccupazioni, incertezze. Un clima che fa male a tutti. Non bastavano le calunnie rossiniane che arrivano dal nord e si insinuano come leggeri venticelli, ora il veleno ce lo mettiamo dall'interno dimenticando che un obiettivo, con tutto il rispetto, è più importante sia di Cavani sia dello stesso De Laurentiis. La Champions è l'ossigeno imprescindibile per dare slancio economico alla continuità progettuale, altrimenti altro che boccata d'aria fresca d'alta quota, si avvertirebbe già il tanfo di un'Europa League da snobbare perchè poco danarosa e da sorbire con lo spartito già ascoltato delle priorità stagionali. Ricordiamo ancora l'assioma "Napoli in Champions, è naturale perdere qualcosa in campionato", oppure l'altro "L'Europa League è un fastidio, meglio concentrarsi sul campionato per riconquistare la Champions". Coperta corta, testa o piedi freddi. E ancora, "voglio la settimana tipo per lavorare bene" come se non vada da sè che le squadre forti giocano le Coppe e hanno tanti nazionali. A proposito, Lucescu, Maran, Pioli e gli altri hanno rinnovato più o meno tutti. Mazzarri si, Mazzarri no. Cavani si, Cavani no. De Laurentiis si può, De Laurentiis non si può. Mentre a Bigon il miracolo dell'acqua da trasformare in vino. Fino ad ora avete sentito parlare di Torino? No. Facciano tutti un passo indietro, emulando Hugo Campagnaro, il professionista snobbato e lasciato andare in scadenza, che innaffia l'erba con tutto il sudore che ha. Il bene del Napoli è un insieme di fatti senza chiacchiere o personalismi. Cavani avrebbe potuto dribblare, magari con un semplice e sbrigativo "sono del Napoli, stop", la banalità del cronista sudamericano. De Laurentiis a quel punto difficilmente avrebbe risposto a tono. Se, come dice Mazzarri, bisogna arrivare tutti uniti al termine della stagione per poi studiare il futuro con la Champions in tasca, non è meglio parlare solo ed esclusivamente di tauromachia? Il Barbiere di Siviglia in versione volgare lasciamolo a chi ci prova in ogni modo a mettere zizzanie negli amori altrui. "Stupido è chi lo stupido fa".

Immagine a cura di Giuseppe Cautiero 

a cura di luca cirillo

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