Ad Empoli si è sempre parlato il 'napoletano': Martusciello, un Esposito, Ciccio L. e Ciccio T., Foggia e Borriello. Quando i vivai funzionano...

04.12.2014
20:00
Fabio Cannavo

di Fabio Cannavo

Ce ne sono una marea. Dal più ‘vecchio’ a quello più recente. Una fetta di Napoli, da circa vent’anni a questa parte, si è trasferita in Toscana, ad Empoli, per ‘fare fortune’. Proprio così. La città toscana è una vera e propria oasi per i giovani calciatori che, spesso, sono made in Naples. Li prendono sin da bambini, gli mettono a disposizione qualsiasi cosa, li fanno studiare e vivere in un convitto unico, dove, quasi sicuramente, ormai, si parlerà il dialetto napoletano. La lista è lunghissima, andiamo in ordine cronologico. Partiamo dal 1995, epoca in cui l’Empoli iniziò ad affacciarsi al calcio che conta, passando prima dalla C1 alla B e l’anno successivo il salto in Serie A. C’era Luciano Spalletti su quella panchina, fu proprio lì che diventò ‘grande’.

IL VICE SARRI, UN ESPOSITO E LA COPPIA DI OGGI – Uno dei primi napoletani a consacrarsi con la maglia biancoblu fu Giovanni Martusciello, ad oggi vice di Maurizio Sarri, in prima squadra, ma ex capitano dell’Empoli, dal 1995 al ’99. Ischitano doc, ha trascorso tutte le giovanili sull’isola, poi il salto in C1 con l’Empoli fino alla scalata in Serie A. Non solo. Vi ricordate di Carmine Esposito? Sì, napoletano verace, lui addirittura ‘sfruttò’ la piazza di Empoli per passare alla Fiorentina prima e alla Samp poi. Un passato con le maglie di Casertana, Sambenedettese ed Avellino, prima di passare all’Empoli e diventare un calciatore importante grazie al tecnico Spalletti. Non perse tempo, invece, Totò Di Natale che, addirittura, ha fatto tutta la trafila nelle giovanili empolesi, sin da quando aveva l’età di quattordici anni. Unica tappa importante della sua carriera prima di Udine. Di Natale in coppia con un giovanissimo Luca Toni, nel ’96, in B. Da non perdere.

…PIU’ TARDI – Poi fu il momento di Pietro Fusco, altro napoletano estratto dalla sua terra d’origine. Il terzino tutto corsa e grinta trascorse due stagioni in Toscana dopo una vita passata a Napoli, nel settore giovanile. Nello stesso anno, il ’97, sbarcò ad Empoli anche Raffaele Ametrano, anch’egli frutto del vivaio partenopeo. L’esterno di fascia destra, nel giro della nazionale Under 21, fu prelevato in prestito dalla Juve per un anno. Un anno dopo arrivò anche Raffaele Cerbone, seconda punta rapida, nativo di Afragola, Napoli. Solo sei mesi in maglia blu, poi il passaggio al Brescia.

I GIORNI NOSTRI – Il 2000, invece, fu l’anno dell’esordio tra i professionisti di un certo Francesco Lodi, altro elemento uscito fuori dalla ‘cantera’ empolese. Trasferitosi in Toscana nel 1995, a soli 11 anni, Lodi, insieme a Di Natale, può definirsi il vero prodotto napoletano sbocciato fuori. Magari un giorno tornerà ad Empoli. Subito dopo, a distanza di un anno, arrivò anche Ciccio Tavano, dal Rondinella, società satellite della Fiorentina. Attaccante rapido e molto dotato tecnicamente, fece la trafila tra le giovanili della Viola, poi ad Empoli la sua consacrazione. Roma, Valencia, insomma si sperava che Tavano potesse toccare le vette del calcio, invece, adesso è ancora ad Empoli, da ormai tre anni.

I PIU’ RECENTI – Ci è passato anche Borriello, Marco, a volo. Una stagione con la casacca dell’Empoli, nel 2003, anzi sei mesi, visto che il Milan, società che l’ha cresciuto lo rivolle subito a Milanello. Poi, nel 2002, arrivò uno dei più longevi della storia empolese, Antonio Buscè. Nato a Gragnano, una carriera vissuta tra le serie minori, poi l’intuizione dell’Empoli che lo portò fino in Serie A, fino a diventare l’icona del calcio ad Empoli. Due stagioni lì in Toscana per Pasquale Foggia, cresciuto a Milano, sponda rossonera, ma nativo della Loggetta. Quest’anno, invece, gli occhi dei tifosi del Napoli, spesso puntano Luigi Sepe, portiere di proprietà del Napoli, ma che è in prestito ad Empoli. Titolare per la prima parte di stagione, poi una flessione che ha avvantaggiato il collega di reparto, Bassi. Ad oggi è tornato a guidare la retroguardia empolese e chissà, magari un giorno, non molto lontano, potremmo rivederlo tra i pali della porta del Napoli. 

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