Adios, Mota! Insegna ai messicani a dare il cuore, ma non a giocare alla play station

04.07.2015
11:00
Pasquale Cacciola

di Pasquale Cacciola - twitter: @PE_Bahia

Otto anni d'azzurro e 189 presenze totali, in fondo Walter Gargano è un piccolo pezzo di storia che va via. Uno dei primissimi tasselli dell'era De Laurentiis col ritorno in Serie A, ora la prima cessione ufficiale del nuovo ciclo partenopeo. Direzione Messico, dove vestirà la maglia del Monterrey. Ma con un pizzico di rammarico, perché restare ancora all'ombra del Vesuvio gli sarebbe piaciuto troppo. In quella città tanto sudamericana dove si è ripromesso di tornare a vivere una volta appese le scarpette al chiodo. Approcci di rinnovo mal riusciti, poi l'addio. 

Approdato in città il 27 luglio 2007 per 3.2 milioni di euro, è subito diventato un pilastro per la formazione di Edy Reja. Seppur senza un grande repertorio tecnico, il Mota si è fatto apprezzare per lo spirito di sacrificio stupendo gli scettici per dinamicità e temperamento. Memorabile il suo primo goal azzurro nel rocambolesco 4-4 con la Roma, indelebile il golazo contro la Juventus per il 3-1 conclusivo che fece esplodere il San Paolo. Anni d'oro che mai dimenticherà, poi il cambio di programma coincidente con la gestione Mazzarri. Un solo anno da protagonista col tecnico toscano, dove si ricorda anche per un avvincente e singolare scontro col gigante Yaya Tourè in Champions League. 

Galeotta quella frase e chi la disse, perché da lì c'è poi stata la rottura con la piazza napoletana che si è riparata solo col tempo e con tanto sudore. Passato all'Inter in prestito con diritto di riscatto, esordì dicendo: "Adesso sono in un top club, quello che sognavo da bambino. Sceglievo sempre questa squadra alla play station". Peccato per lui però che si trattò solo di un miraggio, sedotto e poi abbandonato dalla società che non lo confermò a fine stagione. Un anno dopo una nuova chance col Parma, ma anche lì non fu riscattato. 

Infine la sorpresa, dimostrazione che nel calcio proprio tutto è possibile. In ritiro a Dimaro in attesa di una destinazione, il sudamericano diventa clamorosamente una scelta di Benitez considerando le enormi difficoltà per i vari obiettivi di mercato. Così l'incredibile esordio col l'Atlhetic Bilbao e poi l'ascesa, che l'ha portato a essere quasi intoccabile considerando la necessità di copertura e un calo spaventoso del duo Inler-Jorginho. Ma una delle sfide maggiori è stato affermarsi nonostante un ambiente inizialmente avverso, come quello striscione con l'Inter tra le altre cose: "PS4, scegli l'altra squadra". Con la pronta risposta qualche giorno più tardi su Instagram: "Scelgo Napoli, la città dove sono nati i miei figli". Pace fatta in seguito, ma solo grazie a un evidente attaccamento alla maglia che si è riscontrato anche nelle varie volte che ha rifiutato le convocazioni della nazionale per restare a Castel Volturno. Alla fine gli è costata la Coppa America, ma poco importa per chi l'ha vinta in Argentina nella scorsa edizione. Adios, Mota! Nonostante tutto, Gracias! 

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