Aveva proprio ragione Zeman...

02.12.2014
20:00
Fabio Cannavo

di Fabio Cannavo

“Lì, sempre lì’, lì nel mezzo”, cantava Ligabue. E’ lì il problema del Napoli, a centrocampo. La partita di ieri al Marassi di Genova, contro un’ottima Samp, tra l’altro, ha denotato che, ancora una volta, questa squadra è impalpabile nella linea mediana. Poca sostanza e poche geometrie. Né David Lopez né Inler sono riusciti a far gioco. Un po’ per mancanza di carisma, un po’ perché non è nelle loro corde. Forse. Stesso discorso valido per Jorginho, il brasiliano ha sì capacità balistiche, ma pecca sotto il profilo dell’intensità e della resistenza fisica. Ma vuoi vedere che, quasi quasi, il miglior centrocampista azzurro è proprio Walter Gargano. E nemmeno. Perché va bene la corsa, ma quando si tratta di impostare il gioco vengono fuori tutti i suoi limiti. Per non parlare di Marek Hamsik. La sua è inadattabilità al modulo di Benitez o siamo giunti alla fase in salita della sua carriera?

INLER – E’ quello che fu strapagato. De Laurentiis ci lavorò su per mesi, poi arrivò l’ufficialità, con tanto di ‘maschera da leone’, su una nave Msc. Poche, pochissime apparizioni degne dei quasi diciotto milioni di euro spesi per lui. Eppure la cosa non si spiega. Lo svizzero, nonostante l’ennesimo inizio di stagione vissuto sotto tono, resta sempre nel mirino della grandi d’Europa. Un po’ come per dire “ma sarà che a Napoli non è riuscito a trovare la sua dimensione?”. Dopo un Mondiale trascorso da protagonista torna ad indossare la maglia del Napoli ed eccolo lì che ricade nell’errore. L’errore non è tecnico, ma si tratta di un ‘passeggiare anonimo’ per il campo. Mentre al Napoli serve chi prende l’iniziativa, chi si affaccia alla difesa per raccogliere e smistare. No, non è Inler.

GARGANO E LOPEZ – Due cursori, due macigni. Lo spagnolo, forse, è leggermente superiore al compagno per tecnica e qualità, ma di certo non stiamo parlando di un regista. Sia l’uno che l’atro sono molto bravi a recuperare, a dare equilibrio alla manovra. Restano fermi, davanti alla difesa, a scudo, per dare una mano ai compagni di reparto, ma mancano di quei ‘benedetti’ piedi buoni.

JORGINHO – Ha circa sessanta minuti nelle gambe, L’ha dimostrato. Se parte dall’inizio può esserti utile in una sola parte di gara, poi viene meno. E’ un buon palleggiatore, ma non ha personalità. Per le qualità che ha dovrebbe proporsi di più, dare aria alla manovra e imbeccare i compagni. Poi ci sta che nei contrasti non si faccia valere.

HAMSIK – Dovrebbe essere lui, l’ago della bilancia. Col 4-2-3-1 di Benitez puoi anche avvalerti di due incontristi a centrocampo se puoi godere della classe di un buon trequartista. Ecco, forse Hamsik non è un trequartista. Forse è una mezzala, capace di fare densità in mezzo al campo per poi sferrare il colpo giusto o con un inserimento dei suoi o da lontano. Hamsik non è il leader che congiunge centrocampo e attacco. I mediani, non a caso, non sanno mai cosa fare. Dovrebbe essere proprio il capitano a muoversi tra le linee e trovare lo spazio giusto. Niente da fare. Carisma? Non c’è. Posizione in campo? Non fa per lui questo modulo, qui c’è bisogno di uno coi cosiddetti.

Insomma, aveva ragione Zeman quando disse: “Al Napoli manca un regista da troppi anni!”…

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