Bigon: "A marzo dissi addio al Napoli, l'Hellas non è un passo indietro. Io al Real? Le cose sono andate così. Flop Vargas è colpa mia, il mio software portò Mertens e Callejon"

05.07.2015
08:20
Redazione

Riccardo Bigon, nuovo direttore sportivo del Verona, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport dove ha parlato della lunga esperienza al Napoli. Ecco alcuni passaggi evidenziati da CalcioNapoli24: “Perché ho scelto l’Hellas? E’ il club giusto per dare continuità al mio modo di lavorare: filosofia aziendale moderna, grandi possibilità di sviluppo nel futuro e dopo 100 punti in due stagioni è l’ora di consolidarci. Non è un passo indietro rispetto a Napoli, altrimenti non l’avrei fatto. Ho firmato per 3 anni e credo nella crescita sia del club sia personale”.

L’ADDIO AL NAPOLI- “Tra febbraio e marzo ho fatto un bilancio e pensato che era il momento di prendere una strada nuova. Quando sono arrivato il Napoli era 141° nel ranking Uefa, ora è al 20° posto, il valore della rosa è salito da 100 a 250 milioni, 6 qualificazioni di fila in Europa e titoli: merito di tutti, sia chiaro. L’ultimo anno? C’era un’aspettativa iniziale troppo elevata e in una stagione considerata negativa abbiamo vinto la Supercoppa Italiana e raggiunto le semifinali di Europa League e Coppa Italia. Io al Real con Benitez? Gli ho detto no senza che me lo chiedesse... (ride). Aveva un’offerta del West Ham e lì c’era stato un certo discorso. Poi quando è venuto fuori il Real, ho bussato alla sua stanza e gli ho detto: ”Mister, io a Madrid non vengo, perché un giorno voglio raccontare ai nipotini di aver rifiutato il Real”. La verità è che non mi ha chiesto di seguirlo...”

RIMPIANTI E RICORDI NAPOLETANI –Il sole, il mare e l’affetto della gente: l’addio in sede tra le lacrime non lo dimenticherò. Il traffico non mi mancherà. Qualche colpo? Nel 2010 cercai di prendere Bale quando faceva panchina al Tottenham. Cavani preso per 17 milioni e rivenduto a 62 è stata una bella operazione. Anche Fernandez pagato 2 e venduto a 10”.

EDU VARGAS FLOP A NAPOLI E STELLA IN COPA AMERICA – “Colpa mia. E’ arrivato in Italia nel momento sbagliato, quando non c’erano le condizioni per dare il meglio. E la falsa partenza ha condizionato anche i giudizi: lo pagai 11 milioni, ora ne vale molti di più”.

METODI DI LAVORO - "Condividere sempre le scelte col mio staff e creare le migliori condizioni possibili per allenatore e calciatori. A Napoli con i miei collaboratori (Micheli, Mantovani e Zunino, che lo hanno seguito anche a Verona, ndr) abbiamo creato un software che dà in pochissimo tempo i profili adatti alle necessità del tecnico. Le faccio un esempio. Londra, prima riunione tecnica con Benitez: ci diede delle indicazioni sul tipo di giocatore che cercava e il pomeriggio stesso puntammo su Mertens e Callejon"

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