Da "Vinci solo tu" a "Vinciamo": quanto è diventato difficile tifare solo per il Napoli

25.02.2019
11:00
Bruno Galvan

Il Napoli vince a Parma, cancella il mal di gol in trasferta, gioca bene ma non basta. Se sul rettangolo verde del Tardini la squadra di Carlo Ancelotti ha dato sprazzi di grande calcio, nel settore ospiti qualcuno non ha perso l'occasione per cantare sempre e solo verso un unico obiettivo: Aurelio De Laurentiis. Dal "Vinci solo tu" al "Vattene al Bari!", mentre il Napoli incantava in campo c'era chi non riusciva a godere perchè impegnato a gridare contro il presidente. Chiariamoci subito: De Laurentiis spesso lancia provocazioni e si contraddice nel giro di pochi mesi, ma sui risultati sportivi ha finora sempre avuto ragione. A perderci, in questa lotta tra guelfi e ghibellini, è  Napoli. Oggi tifare solo per la squadra è diventato qualcosa di raro sotto al Vesuvio: devi schierarti a prescindere altrimenti sei anti-Napoli oppure servo del padrone. Non ci sono mezze misure. 

Le prossime due gare contro Juventus e Salisburgo saranno importanti per se la protesta San Paolo è un capriccio infantile oppure no. Vedremo se magicamente se lo stadio diventerà per qualche ora confortevole e De Laurentiis magicamente il presidente più amato della storia. Se uno atterrasse dalla luna a Napoli ed ascoltasse il popolo degli indignados, penserebbe quanto meno che si è in zona retrocessione con una società in bancarotta. Per fortuna non è così. Contestare è giusto, ma in altre sedi e soprattutto modi. Si sta perdendo di vista l'obiettivo comune che si chiama Napoli. A Milano si esaltano per un terzo o quarto posto, qui arrivare secondi ormai è una sconfitta come se questo club avesse nella sua storia dieci Coppe Campioni e quaranta scudetti. Allo stadio si va per tifare e sostenere la maglia (possibilmente originale). 

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