Dall'altare al crocifisso... e non è la prima volta!

23.12.2016
20:00
Leonardo Vivard

di Leonardo Vivard - Twitter: @LeonardoVivard

"E' un brocco, 25 milioni buttati". Tutti fenomeni a parlare di Nikola Maksimovic, fino a sei mesi fa imploravano De Laurentiis di non sborsare quella cifra per un giocatore corteggiato due anni al presidente Cairo. Torna a mancare equilibrio, quell'equilibrio che ha fatto giudicare Koulibaly una pera circa un anno fa salvo poi ricredersi viste le prestazioni e le offerte di 60 milioni d'oltremanica. Sembra un'era così lontana e invece non molto tempo fa Kalidou a tratti sembrava buono per la partitella del giovedì. 

Se Maksimovic toppa una partita ci sta. Se non gioca perché il suo diretto concorrente (Chiriches) è in forma straordinaria pure. Ma si passa come al solito dall'altare al crocifisso in un niente. Eppure stampa e tifosi hanno avuto dimostrazioni per ricredersi su vari elementi. Non ultimo Insigne, messo alla gogna non più di un mese fa per un inizio di stagione non formidabile. Come se noi avessimo a lavoro sempre la stessa produttività, come se fossimo tutti i giorni lucidi e razionali. 

Maksimovic è stato costretto ad entrare per lo più a freddo in una partita dai ritmi forsennati e sicuramente ha inciso non in positivo contro la Fiorentina. Ma se ogni volta dobbiamo giudicare un calciatore per intero e non per una semplice prestazione commettiamo sempre lo stesso errore: si passa da valutazioni di 80 a 10 milioni di euro da una domenica all'altra. 

Tutti sono nella posizione di giudicare, specialmente tifosi paganti tra stadio e pay tv, ma per evitare di inciampare sempre negli stessi tranelli sarebbe meglio avere più elementi a disposizione per un quadro più ampio della situazione. Anche perchè poi bisognerebbe chiedere ai vari soloni quante volte hanno visto giocare Maksimovic nel Torino, oppure in che posizione della difesa a tre lo impiegava Ventura... Ma lasciamo perdere.

Nel calcio, come nella vita, il tempo è galantuomo: rivela sempre le persone (o i giocatori) per quello che sono. 

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