10 settembre 2004-10 settembre 2024: De Laurentiis ha mantenuto la promessa

10.09.2024
07:10
Bruno Galvan

Aurelio De Laurentiis esattamente 20 anni fa acquistava il Napoli dal fallimento pagando 31 milioni di euro

“Inizia una nuova era, una nuova società. Noi opereremo in modo tale che questa società possa ricreare un’immagine del Napoli nel tempo e, con il tempo, che dia soddisfazione divertimento”. Furono queste le prime parole del presidente Aurelio De Laurentiis quando, pagando 31 milioni di euro, si aggiudicò il titolo sportivo del Napoli che, nel suo primo anno di vita, fu chiamato - per motivi burocratici - Napoli Soccer. Il 10 settembre 2004 iniziava ufficialmente la nuova era del calcio a Napoli con a capo il produttore cinematografico il quale aveva sognato di acquistare il club nel 1999 in quella famosa conferenza stampa insieme al compianto Roberto Fiore (tra l'altro anch'egli ex presidente del Napoli). L'offerta da 100 miliardi di lire fu però rispedita al mittente da Corrado ferlaino.

Da quel 10 settembre 2004 niente è più stato come prima per la SSC Napoli. Certo, non sono mancate le delusioni come la finale playoff persa con l'Avellino il primo anno oppure le sfide Champions con Chelsea e Milan. In compenso però le gioie sono state superiori: la promozione in A, la presenza stabile nelle competizioni europee, la scalata nel ranking, il terzo scudetto, le Coppe Italia e le Supercoppe. Sembra passato davvero un secolo dalla prima conferenza stampa a Paestum con ADL, Ventura e Marino che illustravano quelli che erano i sogni presenti e futuri di un club che di suo aveva solo un pezzo di carta del tribunale.

De Laurentiis ha mantenuto fede agli impegni sportivi riportando il Napoli a competere per lo scudetto e facendolo diventare anche uno dei club più importanti del panorama europeo e mondiale. Come tutti ha commesso degli errori sul proprio cammino, ma ha sempre avuto l’intelligenza, nonché anche la capacità aziendale, di rendere questa società un modello virtuoso in un calcio italiano travolto dai debiti. Quando arrivò in A, De Laurentiis fu visto come un visionario, uno da limitare perché poteva mettere a rischio le gerarchi politiche, economiche e sportive del nostro calcio. A distanza di anni, non solo si è scoperto che il presidente del Napoli era avanti anni luce per idee e regole, ma quello che sosteneva sui debiti altrui si è poi magicamente realizzato.

In Italia è stato il primo ad inserire la clausola rescissoria nonché la patrimonializzazione dei diritti d'immagine nei contratti con i calciatori. Fu il sostenitore del terzo sponsor sulle maglie da gioco così come la panchina lunga e le cinque sostituzioni per utilizzare tutti i calciatori a disposizione. Le sue battaglie contro la Figc e le sue regole discutibili hanno fatto scuola così come anche qualche personale scazzo davanti alle telecamere. Ricordiamo per esempio quello dei sorteggi dei calendari che penalizzò il Napoli e tutte le squadre impegnate in Champions. Ora invece c'è più tutela sotto questo punto di vista. Anche lì, tralasciando i modi, De Laurentiis ci aveva visto lungo.

Quella neonata società del 2004, senza palloni e neanche un parco calciatori, è sempre rimasta competitiva nel tempo. Il percorso non è stato facile, gli errori non sono mancati così come le soddisfazioni di un popolo che aveva perso il gusto di vincere dopo il settennato di Diego. Se oggi la SSC Napoli è considerata una società modello per gestione tecnica, economica e sportiva il merito non può che essere di chi ha investito dove altri non sono riusciti a mettere insieme neanche una cordata per salvare il club. De Laurentiis, lo dicono i fatti, è stato di parola. 

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