De Laurentiis ha già vinto lo 'scudetto delle contraddizioni', a luglio gli ultimi autogol. I veri top player bisogna averli prima fuori dal campo...

02.09.2014
11:50
Bruno Galvan

di Bruno Galvan. Twitter: @BrunoGalvan85 

“Io, lo scudetto lo voglio vincere. Punterò quest’anno a vincere lo scudetto. Io sono sincero, sono una persona onesta. Voi da me non avrete mai bugie, io credo che noi siamo maturi per continuare ad essere forti ed a giocarcela fino alla fine per lo scudetto”. Così Aurelio De Laurentiis, il 22 luglio nel teatro di Dimaro, lanciava messaggi ai tifosi che si aspettavano una campagna di rafforzamento per affrontare un preliminare Champions ed un campionato da protagonista. Ieri alle 23, il club partenopeo ha chiuso ufficialmente una campagna di rafforzamento che a dire il vero, non è mai iniziata in questa stagione. Fa preoccupare come De Laurentiis, amante della programmazione, abbia navigato a vista su un progetto tecnico che non convince per nomi e soprattutto per come si sono svolte le trattative per i tanto conclamati top player. Il silenzio sugli abbonamenti staccati denota come il rapporto fra i tifosi e il presidente siano ai minimi storici. Da uomo di spettacolo come De Laurentiis, non ci si possono aspettare certe dichiarazioni che poi non vengono suffragate dai fatti. Napoli è una città che non dimentica nel bene e nel male. Va bene il fair play finanziario, ma per fare un mercato non ci vogliono milioni di euro ma basta cogliere idee e soprattutto le occasioni (Milan docet).

LA PROMESSA CHAMPIONS – “Non andremo a fare i preliminari di Champions impreparati e sguarniti”. Il 15 luglio De Laurentiis, durante la presentazione dello sponsor pasta Garofalo, rassicurò i tifosi sul preliminare Champions ma anche qui i fatti sono stati disattesi. Il Napoli è arrivato impreparato sul piano qualitativo e numerico pagando dazio contro l’Athletic. L’acquisto in ritardo di De Guzman è la prova che le trattative sono frutto di approssimazione perché riciclare Gargano e Britos è frutto dell’arte di arrangiarsi non comune ad un club che non perde tempo a pubblicare bilanci in attivo con accantonamenti record, salvo poi perdersi quando si tratta di fare il definitivo salto di qualità.

CIFRE NON ‘REALI’ – A gennaio, il numero uno azzurro uscì allo scoperto dichiarando testualmente: “Spenderò 50mln nella campagna acquisti di gennaio”. Risultato? Spesa contenuta con Ghoulam ed Henrique e Jorginho per un totale vicino ai 18mln. Per carità, i tre calciatori si sono rivelate scelte azzeccate, ma perché allora illudere i tifosi con numeri altisonanti? E’ un’arma a doppio taglio perché quando tratti ti chiedono la luna e soprattutto perché i tifosi napoletani non dimenticano nulla…

LO SCUDETTO NON E’ IN CAMPO – La campagna acquisti deludente lancia un messaggio chiaro: responsabilizzazione da parte della squadra con Benitez che ora però rischia di essere più vulnerabile rispetto ad un anno fa. Lo spagnolo è apparso meno carico: il nervosismo nel post-Genoa è sintomo che anche lui si aspettava di più dal mercato.  Il programma dettato da Rafa prevedeva un centro sportivo moderno e altre strutture, ma ad oggi il Napoli risulta ancora carente e non poco sotto questo aspetto. Lo scudetto si vince così ed anche con comportamenti pubblici da un presidente che rappresenta Napoli. La reazione dopo quel Parma-Napoli e la battuta prima del ritorno contro l’Athletic ad un drappello di tifosi( “Piangete e fottete”) sono degli autogol incredibili di De Laurentiis che rischia di predicare bene ma razzolare male.  I veri top player che il Napoli deve avere sono altri per poter crescere: stadio, strutture, contratti più snelli con meno clausole e potere decisionale non affidato solo a De Laurentiis. Perché come diceva Nanni Moretti nel film “Palombella Rossa”: le parole sono importanti…

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