De Laurentiis: "Napoli, siamo élite! I paragoni mi stupiscono, del Milan non parlo! La mia presidenza dipenderà da quanto i tifosi vorranno rimanere con me, sul S. Paolo..."

20.02.2016
14:18
Redazione

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, è intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli durante Radio Goal: "Bisogna fare una riflessione sull'editoriale de Il Napolista: Ogni anno, da cinque anni, Napoli si beve la favoletta dell’«adesso o mai più». E invece siamo élite. La motivazione? Perché si basa tutto sul risultato. Il giudizio del giorno dopo o del risultato dopo. Abbiamo perso le ultime due partite, ma entrambe in trasferta ed entrambe per 1-0. Tutte per un goal nel finale, due conigli dal cilindro. Si sottolinea che il Napoli per la prima volta non ha segnato in due partite di fila, ma ricordiamo che finora abbiamo fatto 78 goal in 34 partite per una media di 2.3. Una media stratosferica".

Poi continua: "Si parla di dipendenza da Higuain, ma tutte le squadre sono dipendenti dai propri campioni. Le due sconfitte non possono essere addizionate. Con la Juve abbiamo perso tre punti, ma con il Villareal non è successo niente: tutto si deciderà giovedì sera. Abbiamo giocato alla pari con la capolista del campionato italiano e con gli spagnoli che sono 4°. Eppure c'è sgomento, lì dove come è stato scritto oggi dovrebbe esserci una presa di coscienza. Il cosidetto Napoli B ha tenuto perfettamente il campo contro una squadra che pochi mesi fa ha battuto il Real Madrid. Il Napoli B non è formato da giocatori qualsiasi, ma da atleti che sarebbero titolari in tante squadre di Serie A: Strinic, David Lopez, Valdifiori. Mertens e Gabbiadini. Non si sa perché da qualcuno vengono considerati inadeguati. Viene considerato un club con una rosa scarsa, quando l'Atlético Madrid vinse il 14° era il 'uallarito' Sosa. Il problema è nelle nostre teste, annientate dalla paura. Non riusciamo a concepirci forti, il che è un inconveniente non da poco. Se un difetto c'è stato a Villareal, è difficile: non siamo entrati in campo con l'obettivo in testa. Giocare bene è importante. Se ci riflettiamo, lavoriamo da cinque anni che lavoriamo per certi livelli. Ora questo salto di qualità non può venire per lo spirito santo, non si vince e perde per caso ma siamo da lì Non è vero che o accade quest'anno o mai più. Siamo tra le squadre più forti, ma non ci percepiamo come tali: ci consideriamo come imbucati. Siamo a febbraio e siamo secondi, a un punto della Juventus. Abbiamo le energie per giocarcela in fondo fino alla fine, siamo noi che non abbiamo la maturità per arrivare in fondo fino alla fine per paura da perdere. Voglio un pubblico che si gioca sempre tutto, che non ha paura di niente. 

Quando leggo sui giornali che abbiamo un forte attacco ma che segniamo di meno col centrocampo e la difesa mi stupisco. Le squadre non sono mai omologhe, né per qualità dei giocatori e né per modulo. Quando si fa sempre l'esame a qualcuno paragonandolo ad altri, è sempre sbagliato. Siamo tutti diversi, con personalità differenti, situazioni ambientali diversi e non solo".

Sul Bologna: "E' una squadra allenata molto bene, abbamo già visto il lavoro che Donadoni aveva fatto col Parma che creava non pochi problemi nonostante la situazione psicologica. C'è poi una società seria dietro, con uno spirito corretto verso i giovani poiché ieri ne abbiamo visti alcuni giocare in modo intrigante. Le cose cambiano, non si può esser sempre vincenti. La Juventus arrivava da 15 risultati utili consecutivi, un passo falso ci poteva stare". 

Sul Milan, prossimo avversario: "Del Milan non vorrei parlare, perché c'è tempo. Facciamo maturare le cose e lasciamo la squadra lavorare tranquillamente. Perdonatemi, ma gradirei non parlare della gara. Poi se volete ne possiamo parlare lunedì, quando ormai i giochi sono fatti e senza influenzare nessuno: né da una parte né dall'altra. Evitiamo di dare indicazioni al nemico (ride, ndr)".

Sulla presidenza: "30 anni al Napoli come Berlusconi? Dipenderà soltanto dalla continuità dei successi e da quanto i tifosi vorranno rimanere con me. Per me in prima linea ci sono sempre i tifosi. Così al cinema lavoro per i miei clienti, nel calcio lavoro per la tifoseria e non per me stesso. Bisogna annaffiare sempre la pianta della sintonia delle parti. Dobbiamo lavorare tutti insieme in un mondo calcistico che sta cambiando. Loro hanno bisogno di me ma io ho un grande bisogno di loro: dobbiamo cambiare insieme questo calcio. Onore ai sostenitori che spendono sempre un sacco di soldi per seguire la squadra del cuore". 

Sul tutto esaurito con Milan e Villareal: "Ho visto molta tranquillità, ma ragioniamo partita per partita. Pensiamo prima al Milan, poi vedremo come affrontare tre giorni dopo la gara. Il Villareal arriverà per giocarsi il tutto per tutto, lo faremo anche noi. Voglio campare 120 anni, ma a una certà età non avrò più la forza per reggere certe emozioni (scherza e ride, ndr)".

Sullo stadio San Paolo: "Abbiamo capito che la legge che è stata fatta è inapplicabile, non percorribile. Ci sono le volontà per fare le cose giuste all'interno di quelle che sono le possibilità che ci vengono offerte da altre leggi, problematiche e costi vari. Stiamo studiando un po' la soluzione. Se Renzi potesse dare ai sindaci e ai club una cabina di regia prioritaria prescincendo da quelli che sono i percorsi, sarebbe una grande soluzione. Potrebbero esserci delle deroghe per velocizzare lo sport in generale. Questo sarebbe un passo avanti. Se vogliamo pensare alle Olimpiadi in Italia, dobbamo far si che gli impianti vengano rimessi in pista. Se lo Stato oggi non ha fondi da mettere a disposizione, bisogna invogliare i privati con regolamenti precisi. Bisogna dare al primo cittadino e al residente di una società sportiva l'autorità per poter far si che queste strutture sportive ci mettano in condizione intelligente per poter anche essere a disposizione dei giochi olimpici".

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