ESCLUSIVA - Adolfo Margiotta: "Tifo Samp, ma litigai a Marassi per difendere Maradona. I cori sul Vesuvio frutto di incoerenza: guardate cosa accade ogni estate! Lo sceriffo Benitez e quell'appuntamento datomi da De Laurentiis..."

29.11.2014
17:35
Bruno Galvan

di Bruno Galvan, twitter: @BrunoGalvan85

Torre Del Greco-Genova solo andata.  704 chilometri, ma due città legate da una vecchia tradizione marittima e non solo. Sono tanti i torresi che oggi abitano nel capoluogo ligure, fra questi c’è uno famoso al grande schermo così come nel cinema. Stiamo parlando di Adolfo Margiotta che per anni ha formato una straordinaria coppia comica con il genovese Massimo Olcese. Adolfo, torrese doc, si è trasferito dall’età di 11 anni a Genova, ma non ha dimenticato i suoi trascorsi nella città del corallo che porta sempre nel cuore così come Napoli. L’attore e regista racconta in esclusiva ai nostri microfoni come nasce la sua passione per la Sampdoria, ma anche quel rapporto speciale con il Napoli e soprattutto con quello di Maradona.

Possiamo dire che per te Samp-Napoli è una sfida in famiglia?

“Assolutamente si. Mio padre mi ha cresciuto col mito di Sivori e voleva a tutti i costi che io fossi tifoso del Napoli, poi il mio vicino di casa a Torre del Greco, tale Gerardo, iniziò invece ad inculcarmi il mito della grande Inter. Il colpo di fulmine per la Sampdoria nacque a 11 anni quando giocai un torneo calcistico a Genova ed a fine partite mi avvicinò un osservatore del club blucerchiato. Mio padre questa cosa non l’ha mai saputa, ma fu allora che scelsi di tifare Samp”

Come nasce il famoso sketch con Massimo Olcese dove gridavate “E forza la Sampdoria”?

“Nacque tutto per merito di mia figlia Carolina. Eravamo in vacanza a Savona quando gli dico chi preferiva fra le varie squadra italiane. Arrivammo al punto che doveva scegliere fra Genoa e Samp. Lei mi guardò…ci pensò e disse: scelgo la Samp. Fu allora che iniziai a cantare il motivetto con lei e poi con Massimo  che poi lo ripetemmo al Pippo Kennedy Show su Raidue”

Samp-Napoli è anche la sfida amarcord fra due grandi presidenti come Mantovani e Ferlaino?

“Loro sono stati sinonimo di vittorie. Si distinguevano per passione ed anche grande competenza calcistica. Da amante del calcio, devo ringraziare Ferlaino perché mi ha fatto godere con Maradona. Uno che non puoi non tifare se non ami questo sport. Mantovani a Genova era un doge. Una persona di uno spessore umano elevato e comune a pochi”

C’è un Samp-Napoli che ti è rimasto nella mente?

“Erano i tempi di Maradona. Io e Massimo Olcese andammo in gradinata insieme agli altri tifosi blucerchiati. Ad un certo punto tutti gridavano delle cose davvero brutte nei confronti di Maradona, ed io e Massimo litigammo con chi ci stava intorno perché uno come Diego andava applaudito a prescindere e non offeso. Ci dissero di tutto, noi gli rispondemmo che era impossibile insultarlo o fischiarlo perché giocava da Dio. Averlo visto da vicino è stata una cosa impressionante”

Chi vorresti come spalla in un tuo film o spettacolo fra De Laurentiis e Ferrero

“De Laurentiis lo vedo un po’ più serio rispetto a Ferrero. Fra i due dico Ferrero perché è un personaggio già entrato nei cuori di tutti gli imitatori. Tra l’altro tantissimi anni fa feci un film proprio con l’attuale presidente della Samp. De Laurentiis non l’ho mai conosciuto, ma una volta io e Massimo avevamo un appuntamento con la sua casa produttrice. Finì che io litigai con Massimo e non andammo più a questo appuntamento. Pensa che errore abbiamo fatto…Prossimamente proporrò a De Laurentiis un mio personaggio, chissà se accetterà”

In casa ti hanno fatto mai pesare la tua fede blucerchiata fra tanti napoletani?

“No, la cosa è stata ‘accettata’ con normalità. Lunedì spero che la partita finisca 8-8 oppure 18-18 devo essere sincero. Quando il Napoli vince, sono contento perché so che mio padre lo è anche lui per questo”

Sei corallino doc ed a tal proposito ti chiedo: quanto ti fa male sentire quel coro che incita all’eruzione del Vesuvio?

“A Genova nessuno mai mi ha fatto pesare il fatto di essere un uomo del sud. La verità è che allo stadio va gente incazzata e non so il perché si possano cantare certe cose. Il paradosso è che chi canta questi cori, in estate va in vacanza a Napoli e dice che è fantastica e la gente è unica. Tornano al nord felici e poi entrano allo stadio e la prima cosa che fanno è inneggiare al Vesuvio. A me dà fastidio questo coro perché sono torrese, quindi un vesuviano. E’ un problema di cultura, lo sport dovrebbe invece lanciare ben altri messaggi”

Due attori che paragoneresti a Sinisa Mihajlovic e Rafa Benitez

“Mihajlovic lo paragono subito a Mickey Rourke, Benitez invece mi ricorda Saro Urzi del film “Il Ferroviere” per quel baffetto che ha. A me Rafa sta molto simpatico, è uno che ha sempre la battuta pronta. In un mio ipotetico film lo vedrei bene da sceriffo con la stelletta al petto. Questo è un uomo di una eleganza e di una cultura molto elevata, parla ad esempio benissimo l’italiano così come altre lingue. E’ stato un peccato che qualche anno fa disse no alla Samp, sarebbe stato qualcosa di fantastico”

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