ESCLUSIVA - Lazio-Napoli, l'amarcord di Esposito: "9 contro 11, dietro l'impresa dell'Olimpico un gruppo che amava la maglia. Lo svenimento di Pino a fine gara..."

04.03.2015
10:50
Bruno Galvan

di Bruno Galvan. Twitter: @BrunoGalvan85

Dici Lazio-Napoli e nella mente i ricordi sono tanti. Uno indelebile per i colori azzurri risale alla stagione 1996-97, ritorno dei quarti di Coppa Italia all’Olimpico. Sulla panchina azzurra c’è Gigi Simoni, ma anche Massimiliano Esposito. L'ex ala di Lazio e Napoli, ha raccontato in esclusiva ai microfoni di CalcioNapoli24 il ricordo di quella partita memorabile dove il Napoli pareggiò 1-1 in nove contro undici riuscendo ad approdare in semifinale.

Raccontaci quel Lazio-Napoli di Coppa Italia del 96-97. Fu una vera e propria impresa per i colori azzurri 

“Fu una gara molto combattuta. La Lazio era fortissima aveva tanti campioni come ad esempio Nesta, ma anche noi non eravamo da meno visto che avevamo Ayala, Cruz e Boghossian. Giocammo in nove contro undici, ma non mollammo niente. Riuscimmo a fare 1-1 perché eravamo un gruppo di uomini veri. Corremmo l’uno per l’altro. In quella squadra c’era un vero attaccamento alla maglia del Napoli. Io e Taglialatela, da napoletani doc, ci accorgemmo di questa cosa guardando gli altri in campo che diedero il massimo per questi tifosi”

A fine partita l'esultanza della squadra con i tifosi fu spettacolare. Lo svenimento di Taglialatela al fischio finale di Collina fu emblematico 

“Fu una gioia immensa. Lo svenimento di Pino al fischio finale di Collina non fu l’unico in campo. Eravamo stremati perché avevamo difeso con le unghie e con i denti quel risultato fondamentale. Festeggiammo con i tifosi, ma anche negli spogliatoi. Eravamo felici non tanto per il passaggio del turno, ma perché dimostrammo a tutti la nostra forza. Fu anche una risposta a noi stessi”

Felipe Anderson-Callejon, due calciatori simili ma che stanno vivendo un periodo molto diverso  

“Stanno vivendo due annate diverse. Il brasiliano sta venendo fuori, gli riesce ogni giocata. Callejon vive un’annata strana. Bisogna capire se è un problema tattico, cosa che non credo perché l’allenatore è lo stesso, oppure un problema di testa dovuta al fatto che in estate voleva andare via . Evidentemente questa cosa si è trascinata nella sua testa ancora oggi”

Da allenatore come interpreti le parole di Benitez nel post-gara di Torino

“In questo ruolo la psicologia è fondamentale. Lo sfogo di Rafa non è stato casuale, ha voluto lanciare un messaggio alla squadra per reagire subito. Con quelle parole è venuta fuori la voglia e il reale obiettivo di Benitez ossia il secondo posto. Forse l’allenatore era deluso per l’occasione persa”

Benitez ha elogiato Pecchia, tuo capitano nel Napoli. Che tipo era Fabio nello spogliatoio? 

“Con Fabio mi sento sporadicamente. Mi fa molto piacere che si stia facendo valere nella mia squadra del cuore e in un club importante come il Napoli anche da allenatore. Nello spogliatoio era come lo vedete adesso: spigliato, peperino, ma anche un ragazzo con la testa sulle spalle. Non a caso è diventato avvocato. Può solo crescere con Benitez”

Cosa si prova a segnare al San Paolo in rovesciata? “Già segnare al San Paolo per un napoletano è tutto, figuriamoci farlo in rovesciata (ride ndr). Fu un gesto tecnico molto bello che ricordo con grande piacere. Il peccato vero è che in quel periodo non ci fosse una società solida come c’è oggi. Ancora oggi i tifosi non si sono dimenticati di me. E’ un motivo d’orgoglio per me”

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