ESCLUSIVA - Diawara, il primo DS: "Volevo mettergli una clausola rescissoria. Non aveva da vivere e mai fatto colazione, ho due aneddoti davvero incredibili. Mi ricorda Yaya Touré”

09.01.2016
12:00
Bruno Galvan

Amadou Diawara è il gioiello del Bologna che il Napoli avrebbe bloccato in vista di giugno. Il classe 1997 è cresciuto nel San Marino ed ha una storia davvero molto particolare. La redazione di CalcioNapoli24 ha intervistato in esclusiva Massimo Andreatini, attuale diesse del San Marino che scoprì il talento dell’attuale centrocampista felsineo.

 

Come avete scovato Amadou? “Avevamo amicizie in comune. Me l’ha proposto l'agente che mi disse che c’era un giovane proveniente dalla Guinea che aveva grandi potenzialità. Prendemmo il ragazzo in prova e rimanemmo stupiti dalla sua fisicità e dal modo in cui trattava la palla. Da lì decidemmo di tesserarlo a marzo di due anni fa. Il merito fu di Robert Visan, è stato lui a portarcelo”

 

Come fu l’impatto con l’Italia? “Per averlo nel San Marino avemmo qualche problema perché era un ragazzino che proveniva dall’estero. Siamo riusciti ad averlo ufficialmente molto tempo dopo. Ha esordito contro l’Ascoli e mi impressionò per la capacità che ebbe subito nell’inserirsi nella gara e nel prendere il gioco in mano. Non è roba da tutti, soprattutto per un 1997. Lui giocava play basso, ma per la sua fisicità potrebbe fare anche la mezzala. Come caratteristiche mi ricorda molto Yaya Tourè. Volevo addirittura mettergli una clausola per tutelarci in chiave futura, ma non fu possibile”

 

Si parlava di mezzala, il ruolo che cerca il Napoli? “Sono sicuro che se Giuntoli porta Amadou in azzurro, De Laurentiis gli stringerà la mano perché avrebbe fatto un colpo straordinario. Con Cristiano ho avuto rapporti professionali. E’ il miglior diesse in circolazione. Una garanzia sui giovani di prospettiva”

 

Raccontaci la storia personale del ragazzo… “Quando venne dalla Guinea su da noi, non sapeva una parola d’italiano. Aveva solo una busta della spesa con gli effetti personali, una sola maglietta e un solo jeans. Il nostro staff l’ha accolto benissimo mandandolo subito a scuola e facendogli fare dei corsi accelerati d’italiano. Un giorno mi chiamò il suo agente dicendomi che Amadou non aveva ricambi per vestirsi. Gli diedi tute e giacche del San Marino. Da noi percepiva un rimborso di 300 euro e ricordo che spese il primo stipendio per comprarsi tre scarpe da tennis, una roba nuova per lui. Poi venne in sede a dirmi dopo un giorno che aveva finito tutto e noi lo aiutammo anche in quella circostanza”

 

Puoi dirci quanto è stato importante il lavoro soprattutto sull’alimentazione di Diawara…”Direi che è stata fondamentale. Scoprimmo che lui non conosceva la colazione, non l’aveva mai fatta. Io gli feci la spesa per una settimana di cibo tipico per fare colazione. A quei tempi Amadou condivideva una stanza con altri due ragazzi nella nostra foresteria. Bene, passai due giorni dopo e già si era mangiato tutto! Con il tempo ha capito come si debba avere un regime alimentare sano per fare l’atleta. Amadou è cresciuto molto, la sua maturità sta venendo tutta fuori. Per me non è una sorpresa”

 

Il passaggio al Bologna…”Il Bologna ha creduto subito su di lui. Per Amadou fu un sogno perché passò da 300 euro mensili a prenderne 18mila, una cifra enorme. Nonostante tutto è sempre stato riconoscente e non si è mai dimenticato di chi l’ha cresciuto e lanciato. Ancora oggi ci viene a trovare. Gli dico sempre di rimanere umile perché nel calcio basta poco per cadere o prendere strade sbagliate”

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