ESCLUSIVA, FOTO - Restyling San Paolo, l'architetto Scognamiglio: "Un gruppo internazionale pronto ad investire, attendiamo l'ok di De Laurentiis. Ecco costi e dettagli"

24.06.2015
16:25
Redazione

di Bruno Galvan. Twitter:@BrunoGalvan85

La querelle fra il Comune e Aurelio De Laurentiis in questi giorni è ritornata d’attualità dopo la questione manto erboso dello stadio San Paolo che potrebbe essere danneggiato dai concerti di Vasco Rossi e Jovanotti. In questo clima tutt’altro che calmo, si fa largo un progetto internazionale per la riqualificazione dello stadio San Paolo. Il ‘nuovo’ impianto prevederebbe 42.000 spettatori e tanti lavori d’ammodernamento. In primis lo stadio verrebbe rivestito in ETFE, materiale trasparente e di alta qualità già usato in altri stadi europei come ad esempio l’Allianz Arena. In più verrebbero sviluppati nella zona esterna di pertinenza parcheggi interrati su due livelli, più un’area verde pedonale da sfruttare e tante strutture commerciali e ricreative all’interno dello stadio stesso. La redazione di CalcioNapoli24 ha contattato in esclusiva l’architetto Giancarlo Scognamiglio dello studio Gsa, capogruppo di questo progetto internazionale per la riqualificazione del San Paolo: “Il progetto di riqualificazione dello stadio San Paolo è noto da tempo alle parti interessate. Si tratta di un ammodernamento vero e proprio dell’attuale impianto sportivo. Il progetto costa 100 milioni di euro e prevede: l’unicità delle gradinate delle curve, dei distinti e delle tribune, l’eliminazione di quella orrenda copertura di ferro con un qualcosa di qualità nettamente superiore come ad esempio una di plastica trasparente e leggera. In più altre opere. La pista d’atletica attuale non è a norma. Nel nostro progetto ne è prevista la presenza anche perché lo stadio è un bene pubblico, ragion per cui anche le altre realtà cittadine devono usufruire dell’impianto. La visibilità verrà nettamente migliorata. Tengo a precisare che il piano di riqualificazione riguarderà solo l’area di competenza dello stadio e non zone diverse”

E’ vero che a capo di questo progetto c’è un gruppo di investitori internazionali? “Si, lo confermo. Si tratta di una società che da anni si occupa dell’impiantistica sportiva in tutta Europa. Stiamo parlando di un’azienda leader in questo settore. L’unica condizione per l’investimento è che De Laurentiis sia d’accordo su tutto. Essendo un bene pubblico, il San Paolo deve sottostare ad un iter burocratico lungo. L’attuazione del progetto nel concreto dipende solo ed esclusivamente dalla tempistica d’approvazione da parte del Comune. Il fatto che il tutto venga affidato a De Laurentiis, non vuol dire che sia lui a tirare fuori tutti i soldi che occorrono per riqualificare il San Paolo”

Possibile che il San Paolo alla luce di investitori stranieri possa cambiare nome in virtù di logiche di sponsorizzazioni? “E’ ovvio che il gruppo di investitori che si occuperà di questo progetto dia vita ad attività per sfruttare al meglio ogni fattore che possa dare vita ad un introito. In tal senso potrebbe rientrare anche il nome dello stadio. I lavori, in base ad un cronoprogramma, dovrebbero durare 4 anni e sarebbero svolti sul modello Udine o Marsiglia. In pratica, il Napoli continuerebbe a giocare al San Paolo, ma lo stadio verrebbe chiuso a pezzi per fare tutti gli accorgimenti del caso”

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