FOCUS - 4-3-3 e 4-2-3-1 a confronto. La piccola ma enorme differenza tattica tra Rudi e Rafa

31.03.2015
20:00
Fabio Cannavo

di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)

Roma e Napoli a confronto. O meglio, Garcia e Benitez a confronto. Azzurri e giallorossi si ritroveranno di fronte sabato alle 12.30, all'Olimpico per il remake del match d'andata che sorrise a Benitez e al Napoli. Entrambi i tecnici sembrano palesare qualche difficoltà al momento: la Roma è fuori da Europa League e Coppa Italia, ma resta in vantaggio per la corsa al secondo posto. Il Napoli, invece, ha perso qualche posizione in campionato, ma resta in corsa per l'Europa League (affronterà il Wolfsburg ai quarti) e per la finale di Coppa Italia (dopo l'1 a 1 contro la Lazio in trasferta). Momento cruciale della stagione. Da una parte ci sarà il francese, Garcia, fedele, fedelissimo al suo 4-3-3, metodo che l'ha portato all'apice del calcio italiano nell'ultimo anno e mezzo. Dall'altra parte, invece, il 4-2-3-1 di Rafa Benitez, schema tattico che non tutti apprezzano per la facilità nel prendere goal. Andiamo ad analizzare i due atteggiamenti. Simili, ma allo stesso tempo tanto differenti. 

IL 4-3-3 DI GARCIA - Il credo tattico del francese si basa sul gioco in verticale. Le azioni partono quasi sempre dal vertice basso del centrocampo a tre che spesso viene interpretato da Daniele De Rossi o in alternativa dal maliano Keita, che contro il Napoli sarà assente per infortunio. E' De Rossi l'uomo chiave del centrocampo giallorosso, l'azione parte quasi sempre dai suoi piedi. Il vice capitano giallorosso si abbassa sulla linea dei difensori centrali, mentre gli esterni salgono sulla linea di centrocampo. Le due mezz'ali al fianco di De Rossi servono a costruire e distruggere il gioco. Pjanic, ad esempio, è utile quando la palla è tra i piedi dei giallorossi. Nainggolan, invece, è più utile in fase di non possesso. I due esterni d'attacco si allargano poco e fanno densità, solitamente, sulla trequarti, visto che sono capaci di un'ottima tecnica individuale. Mancherà Gervinho nel match di sabato, mancheranno le sue sfuriate. Un problema in più per Garcia, in meno per Benitez. Occhio, però, al falso nueve. Spesso il ruolo è stato ricoperto da Francesco Totti che, però, arretra per servire gli inserimenti dei due esterni che vanno in profondità. A questo punto capiterà che i centrali difensivi del Napoli 'usciranno' sul finto centravanti giallorosso lasciando il 'solito' buco davanti al portiere. Buco di cui potranno approfittare gli altri due attaccanti giallorossi.  La Roma è un squadra molto corta, la linea difensiva sale fino a centrocampo, i mediani si spingono sulla trequarti e i due esterni danno peso all'attacco. Il gioco in verticale consente ai giallorossi di far male grazie alla tecnica dei propri calciatori. 

IL 4-2-3-1 DI BENITEZ - Completamente differente rispetto all'assetto tattico che sceglie Garcia. Eppure sembrano molto simili. Il Napoli, a differenza dei giallorossi, predilige un giro palla molto più ampio, rendendo utili anche i terzini. Non c'è un dettatore di gioco a centrocampo, le azioni partono dalle fasce, zona del campo fondamentale per lo sviluppo del gioco degli azzurri. Compito di primaria importanza, contro la Roma, sarà quello di individuare il marcatore della loro prima punta che NON DOVRA' essere per forza un difensore. L'uscita dall'attacco del loro centravanti, capace di venire a far gioco anche a centrocampo, non dovrà costringere uno tra Albiol e Koulibaly a seguirlo per tutto il campo, ma servirà che il Gargano di turno o David Lopez si occupino di Ljajic, il candidato a prendere il posto dell'infortunato Totti. Punto di forza degli azzurri, che potrà far male agli avversari, saranno i due esterni d'attacco con le sovrapposizioni dei terzini. Gli attaccanti esterni della Roma non hanno il dovere di rincasare a prendere il loro dirimpettaio e spesso lasciano i terzini con il doppio uomo da inseguire. Questa è la chiave tattica a favore di Rafa Benitez. 

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