FOCUS - L'idea europea di Benitez: il tiki-taka azzurro 'resiste'a Barça e Bayern, il miracolo dello spagnolo senza un mercato milionario

30.10.2014
16:00
Redazione

di Bruno Galvan, twitter:@BrunoGalvan85 

La mentalità c'è, gli interpreti un po' meno. Da un anno Rafa Benitez ha inculcato alla squadra partenopea un'idea di gioco europea votata al possesso palla con verticalizzazioni continue dagli esterni. In molti hanno demonizzato il credo tattico dello spagnolo ritenuto non adatto al calcio italiano da sempre basato su tattica e ripartenza. Peccato che questo preconcetto nei confronti di Rafa sia solo made in Italy perchè in Europa ci sono club che fanno del possesso palla la loro arma migliore. Stiamo parlando del Bayern Monaco di Guardiola e del Barcellona di Luis Enrique. Inutile  sottolineare il valore assoluto di queste due squadre rispetto al Napoli, così come gli interpreti in campo che hanno una qualità nettamente superiore ai ragazzi allenati da Benitez. 

DATI CONFORTANTI - La strada intrapresa da Benitez fa ben sperare alla luce del fatto che nonostante i limiti tecnici di alcuni elementi, il Napoli riesce ad avere una buona percentuale di possesso palla. La media in queste nove gare di campionato è del 56,4%, un dato di tutto rispetto se pensiamo che il Bayern ha il 69,4% ed il Real invece 65,2%. Ciò dimostra il lavoro fatto da Benitez che ha trasformato di fatto una squadra di corridori grezzi in un gruppo di qualità dove non si butta mai via la sfera e si cerca sempre di proporre calcio. Chissà cosa avrebbe potuto fare don Rafè se avesse avuto dalla società quei rinforzi di qualità per portare avanti il suo calcio. 

DISTANZE - Il Napoli comunque resta un cantiere aperto, soprattutto per quello che riguarda la fase difensiva. Il possesso palla può essere un'arma importante per togliere pressione alla retroguardia, ma allo stesso tempo è l'intera squadra che quando perde palla deve restare corta diminunedo le distanze fra i reparti. Benitez al momento paga più errori  individuali che di squadra, segnale che il 'problema' è nella qualità dei calciatori in campo e non dell'idea di gioco portata avanti dal tecnico madrileno.  

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