FOCUS - Progetto San Paolo: la nuova normativa sul project financing aiuta De Laurentiis. Tre modi per finanziare il restyling, in Europa quattro esempi da seguire
di Bruno Galvan. Twitter: @BrunoGalvan85
E’ di questa mattina la notizia secondo la quale Aurelio De Laurentiis e Luigi De Magistris, avrebbero trovato l’intesa per quanto riguarda il piano di ristrutturazione dello stadio San Paolo. Ma quanto costerebbe un’operazione del genere? Guardando in Italia, il primo stadio che sta ultimando la ristrutturazione, è quello di Udine che avrà 35 mila posti. Il costo si aggira intorno ai 30 milioni, ma il capolavoro di Pozzo e del Comune è stato abbattere tempi burocratici puntando su risorse totalmente private. Se invece mettiamo il naso fuori dai confini italici, la situazione migliora sempre di più. Partiamo dal presupposto che il San Paolo era già indietro agli altri come strutture e altro, quindi i costi di ristrutturazione saranno più elevati di impianti stranieri che partivano già da una base buona. Il target di De Laurentiis sarebbe fare un San Paolo di 55mila posti spendendo quasi 100 milioni. In Europa impianti sportivi ristrutturati di recente ne troviamo alcuni. C’è il San Mames costato la bellezza di 173 milioni di euro e 4 anni di lavori, l’Hamburg Arena ristrutturato con 64 milioni, il Borussia Park del Moenchengladbach costato 87. Poi ci sono autentici gioielli come il Velodrome di Marsiglia che ora fa 67.000 posti ed è costato 150 milioni per metterlo a nuovo. Sarebbe fantastico per Napoli avere uno stadio, ma ci sorge un dubbio: se per una semplice metropolitana ci sono cantieri in città da quasi dieci anni, quanto durerebbe una ristrutturazione di un San Paolo in un’area peraltro cruciale per la viabilità? La struttura ideale, dando uno sguardo alle strutture sopracitate e di cui vi proponiamo un'ampia gallery, prevederebbe un San Paolo dotato di un unico grande anello che andrebbe a coprire la pista d'atletica attuale, avvicinando così il pubblico al terreno di gioco.
PROJECT FINANCING – E’ l’unico mezzo per poter ristrutturare l’impianto di Fuorigrotta. Le strade da intraprendere sono due: utilizzare solo capitali privati, oppure la Pubblica Amministrazione potrebbe aiutare De Laurentiis concedendo autorizzazioni e credito agevolato per la realizzazione dell’opera. La recente normativa sul project financing (D.L. 70/2011) ha provveduto a snellire la vecchia concezione della cosiddetta finanza di progetto. Fra le novità più importanti troviamo: lo studio di fattibilità a carico del promotore che riduce i tempi sulla discussione del progetto con la P.A; viene estesa a tutte le nuove infrastrutture da realizzare l'applicazione degli incentivi fiscali ai concessionari di opere in project financing, in alternativa al contributo pubblico; ed infine emissione dei project bond. Quest’ultimi sono emissioni obbligazionarie finalizzate alla realizzazione di un progetto e soprattutto il rimborso dei project bond dipendono dai flussi finanziari che il progetto è in grado di assicurare. Si tratta di uno strumento particolarmente adatto a coinvolgere capitali privati nel finanziamento di opere infrastrutturali, soprattutto in una fase storica in cui le tradizionali fonti di finanziamento (i bilanci statali e il credito bancario) non sono in grado di assicurare le risorse necessarie.
DUBBI – Sono tanti perché in Italia ed a Napoli, le cose sembrano essere sempre più difficili rispetto altrove. Il progetto San Paolo non può basarsi solo su spot elettorali o altro, ma ha bisogno di soldi nel concreto. Ad oggi è difficile che un investitore privato venga ad investire in una città dove la burocrazia regna e dove un’opera pubblica ci mette decenni per essere completata. Mentre il medico studia, il malato muore diceva un vecchio detto partenopeo. Tanti progetti, tante parole…ma il San Paolo nel frattempo cade a pezzi.
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