Claudio Daniel Husain
Claudio Daniel Husain

Husain: "Edmundo simbolo del caos societario: venni per vincere e mi ritrovai nei casini. Andai via perché De Canio mi mancò di rispetto. Su di me tante falsità, quando lessi del fallimento..." [ESCLUSIVA]

24.04.2020
17:00
Redazione

Intervista esclusiva a Claudio Daniel Husain, ex centrocampista del Napoli rilasciata a CalcioNapoli24

"Vi ringrazio, siete stati gli unici ad avermi dato la possibilità di replicare alle troppe voci circolate su di me. Napoli è ancora nella mia testa. Quel popolo non meritava tutto ciò che è accaduto in quegli anni"

Ultimissime Napoli - Diciassette anni di silenzio, di bocconi amari mandati giù e di tante voci che l'hanno screditato eccessivamente rispetto alle sue reali responsabilità in campo. Claudio Daniel Husain aspettava con ansia una chiamata da Napoli affinché potesse chiarire in maniera inequivocabile i motivi per i quali la sua esperienza in azzurro non andò per il verso giusto. Se ne sono scritte e dette tante senza che l'ex centrocampista di Velez e River potesse replicare. Oggi è un apprezzato opinionista della televisione argentina, il suo italiano è eccellente.

Come nacque la trattativa col Napoli? 

"Giocavo nel Velez. Il Parma mi acquistò, ma non ha potuto tesserarmi perché aveva già 5 stranieri. per questo motivo mi girò in prestito al River Plate. Dopo due mesi, il Napoli mi osservò, credo fosse la gara contro il Boca e rimase colpito. Fu così allora che prelevò la metà del mio cartellino dal club parmense"

E' vero che dovevano seguirti anche Astrada e Angel a Napoli?

"Astrada doveva arrivare prima di me mentre Angel aveva altre idee e puntava ad arrivare alla Lazio"

All'epoca si parlava anche di Martin Palermo e Schelotto del Boca

"Io e Martin avevamo lo stesso procuratore. Anche lui, come Angel, mi aveva sempre parlato della Lazio come squadra più interessata"

Sei un amico di Maradona: parlasti con lui del trasferimento in azzurro? 

"Purtroppo no perché lui era appena andato a Cuba per curarsi, ma sapeva del forte interesse del Napoli verso di me"

Partecipasti alla sua gara d'addio: l'immagine di te che te lo porti in spalla verso la Curva è storia

"Tutta quella giornata fu indimenticabile, ancora oggi ho i brividi pensando alle lacrime di Diego e di tutta l'Argentina. Noi siamo cresciuti con lui ed il Napoli. Ogni mio compagno di nazionale simpatizzava per gli azzurri perché tutti guardavamo le gesta di Maradona al San Paolo. Non c'era differenza tra piccoli e grandi. E' un mito assoluto"

Il tuo primo impatto con la realtà partenopea

"Ero entusiasta di arrivare, non vedevo l'ora di consacrarmi in una squadra di prestigio appena ritornata in serie A. Questa mia aspirazione poco alla volta si spense perché capii subito che c'erano dei problemi societari: Ferlaino non voleva andare via, Corbelli voleva l'altra metà del club e così via. Ci dissero addirittura che sarebbe dovuto entrare un nuovo acquirente. Fu un autentico caos"

Con Zeman non giochi praticamente mai: quali furono i motivi? 

"Aveva un modo particolare di giocare. Ho sempre agito da centrocampista centrale, ma decise di schierarmi sul centrodestra al posto dell'infortunato Vidigal. Non mi sentivo a mio agio in quella zona di campo, non era il mio ruolo naturale"

Husain Napoli

In nazionale ed al Velez hai avuto Bielsa: che tipo è?

"Viene soprannominato Loco non perché è matto, ma perché è uno maniacale in tutto. Riesce a darti nel minimo dettaglio tutte le caratteristiche di ogni calciatore avversario. Ogni suo allenamento è innovativo. E' una lezione continua di calcio. Se pensava che fosse stata svolta bene, un allenamento poteva durare anche solo 45 minuti"

Con Mondonico sei riuscito a ritagliarti un po' di spazio...

"Parto dal presupposto che non volevo assolutamente retrocedere, soprattutto alla mia prima esperienza all'estero. Devo dire però che quella società non era in condizione di poter puntare alla salvezza per i tanti problemi dirigenziali ed economici. Quella squadra è retrocessa di un solo punto, vuol dire che non eravamo così scandalosi come qualcuno voleva far credere. Facemmo un finale di campionato ottimo pareggiando in casa 2-2 con la Roma che poi vinse lo scudetto. La società non ci accompagnò in questa rincorsa. Il cambio Zeman-Mondonico ebbe degli effetti inizialmente devastanti perché praticavano un calcio totalmente diverso. Quel Parma-Verona, leggendo poi tutto quanto si è scoperto negli anni successivi, mi fa ancora molto male"

Al debutto fai un tunnel che ammattisce il San Paolo

"Era contro il Vicenza. Cercai di giocare con la stessa scioltezza di quando militavo nel River. Tuttavia mi accorsi di dover cambiare subito registro perchè quel Napoli non aveva gli Ortega, Aimar e Saviola"

Husain in azione con il Napoli

Con la retrocessione in B, ritorni in prestito al River: perché questa scelta?

"Fu colpa di De Canio, mi mancò di rispetto sul piano umano. Nel calcio ci sta che un allenatore faccia le proprie scelte tecniche, ma non deve mai mancare il rispetto reciproco. Con lui non andavo per niente d'accordo, fece credere di me cose non vere come il fatto che io non volessi restare a Napoli perché ormai ero nazionale. Mi fece passare come uno che non c'era con la testa. Presi atto di tutto questo e chiesi a Vallefuoco, persona eccezionale, di farmi restare al River per andare al Mondiale visto che a Napoli non avrei fatto un minuto in campo"

Dopo il nuovo prestito al River ritorni nuovamente in azzurro. Si dice tu non volessi più mettere piede qui

"Anche questa è una bugia circolata all'epoca. Volevo solo una società che volesse portare questa squadra nuovamente in A, nel posto dove quei tifosi meritavano di stare. Non fu una situazione facile per me, come per tutti i miei compagni. C'era un via vai di allenatori e dirigenti, questo creò ancora più confusione nelle nostre menti. Non era nelle mie aspettative lasciare Napoli e l'Italia, ma all'interno del club non c'era sintonia. Ci tengo a ribadire un concetto: non ho mai detto di non voler ritornare a giocare lì. Anziquella gente mi ha trattato benissimo e mi brucia ancora oggi non essere riuscito a ripagarli sul campo come meritavano. Ricordo come se fosse ieri il mio appartamento a Posillipo. I miei genitori si innamorarono della città dopo pochi secondi"

Perché ti chiamavano "El picapietre"?

"E' un soprannome che mi avete dato in Italia, prima non lo conoscevo. Sono famoso per "El Turco" perché il mio cognome ha origini arabe. Non so precisamente perchè qui in argentina identificano gli arabi con i turchi.

Nel tuo secondo Napoli volevi fare il capitano

"Lo dichiarai scherzando alla stampa. Lo feci per prendere in giro Stellone. Non ho mai avuto la pretesa reale di indossare la fascia. Roberto e Baldini erano i senatori di quel gruppo e meritavano loro la fascia al braccio"

Hai vissuto in due Napoli dove lo spogliatoio non era così unito

"Soprattutto nel mio primo anno, quando eravamo in A, era un po' così. Ognuno pensava da singolo e non per la squadra. Sono stato isolato perché all'inizio non capivo la lingua quindi non riuscivo a comprendere i problemi che già all'epoca c'erano con la dirigenza"

C'era anche Edmundo in quella squadra

"Lui è stato il simbolo della poca pianificazione di quella società: venne per soli sei mesi e fu strapagato"

Alla fine arriva la rescissione contrattuale

"Fu una scelta dolorosa, mai avrei immaginato il giorno del mio arrivo di arrivare a questa conclusione. Naldi mi comunicò che il mio ingaggio era troppo alto e bisognava tagliare i costi a causa di ingenti debiti. Andai da lui proponendogli un ingaggio nettamente più basso di quello che percepivo pur di restare,  ma lui mi disse che sarebbe stato comunque impossibile. C'era il Galatasaray che mi voleva, ma poi scelsi di ritornare nuovamente al River"

Quel Napoli poi è fallito andando in serie C

"Quando lessi la notizia, dissi tra me e me: "E' anche colpa mia, ho contribuito anch'io a questo". Mi sono sentito responsabile pur non giocando più lì. L'ho vissuto come un fallimento anche personale. Ora questa società è una meraviglia, sono in paradiso e bisogna fargli i complimenti. Mi sono ritrovato in un Napoli caotico dove ogni giorno veniva fuori un problema. Dispiace molto che la stampa dell'epoca sapeva tutto di quelle problematiche, ma non faceva altro che attaccare solo noi giocatori. Anche questo non ci ha aiutato"

Oggi guardi gli azzurri in tv?

"Sono un tifoso del Napoli, come potrei perdermi una partita? Recentemente ho parlato con Lavezzi, il quale mi ha spiegato come tante cose sono cambiate rispetto a quando giocavo io in azzurro"

Se dovessi consigliare due nomi a Giuntoli?

"Montiel e Martinez Quarta del River. Quest'ultimo, se dovesse continuare a giocare ad alti livelli, avrà un grande futuro. Ha qualcosa che mi ricorda Nesta, ovviamente con le dovute proporzioni"

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Fonte : Bruno Galvan e Alessandro Marrazzo
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