immagine creata da Giuseppe Cautiero
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I sei highlander di Benitez per un finale di stagione rovente. Ecco perchè proprio loro...

05.05.2015
17:03
Fabio Cannavo

di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)

Provate voi a fare la formazione, adesso, se ci riuscite. Mai come in questo momento, Rafa Benitez ha l’imbarazzo della scelta. In attacco, sia chiaro. Da una parte Callejon, dall’altra Mertens o Insigne, al centro o schieri Hamsik oppure Manolo Gabbiadini. Non è facile, ma quando si tratta di abbondanza è sempre meglio. Benitez vorrebbe godere di certi ‘problemi’ anche in altre zone di campo dove c’è meno qualità, ma purtroppo quando Britos è in forma…Koulibaly stenta a concentrarsi. Quando Inler sale in cattedra ecco il calo fisico di Gargano e Lopez. Quando la qualità degli interpreti è nettamente diversa…

TORNANO I ‘TITOLARISSIMI’ – In questo momento della stagione è giusto che gli uomini fondamentali per questo Napoli si tirino su le maniche e scendano in campo praticamente sempre. Rafa Benitez sta improntando questo finale di stagione su sei pedine: Andujar, Maggio, Albiol, Britos, Callejon ed Higuain. Il portiere non si cambia, o comunque non avrebbe senso cambiarlo in un periodo di stagione estremamente delicato. La ‘patata bollente’ Rafael verrà affrontata a campionato concluso. Maggio non ha rivali nel suo ruolo: Mesto ed Henrique sono rei di aver commesso qualche sciocchezza di troppo in stagione e non assicurano la stessa affidabilità del terzino, neo di rinnovo contrattuale. Koulibaly è uscito di scena. Dopo l’exlpoit di inizio stagione è arretrato nelle preferenze di Benitez che, però, ha ritrovato in Miguel Britos uno dei migliori marcatori in rosa. Periodo quasi eccellente per l’ex centrale del Bologna, quasi che l'allenatore pare non possa farne più a meno. Al pari di Albiol. Il difensore, pupillo di Rafa, dai tempi di Valencia, assicura quella giusta dose di carisma alla retroguardia e il Napoli a sempre bisogno di lui. Poi c’è ‘Calleti’ che ormai è l’unico attore che può recitare nel ruolo di ala destra. La consacrazione di Manolo Gabbiadini alle spalle di Higuain, in un ruolo alla Hamsik, ha consentito all’ala destra di Motril di potersi godere questo finale di campionato da unico protagonista. Mertens e Insigne si dividono l’out di sinistra e per Callejon pare non ci siano ‘veri rivali’. Stesso e valido discorso vale per Gonzalo Higuain, l’unico fuoriclasse che è in grado di schierare in campo il Napoli. A inizio stagione poteva andar bene puntare su Zapata per far tirare il fiato al Pipita, ma ad oggi non più. Serve la sua classe, è troppo il divario col collega più giovane, serve la sua grinta e la sua presenza.

LA ZONA X – Che è il centrocampo. Non ci sono titolari, o almeno Benitez sa che nessuno dei quattro è Mascherano. Non c’è un Higuain a centrocampo, per capirci, per cui che sia Inler o Gargano, non fa troppa differenza. Gioca chi sta meglio, quindi non ci sono gerarchie. Sono quelli che corrono di più ed hanno bisogno di un recupero più immediato. Possiamo dare per buona anche questa spiegazione, motivo per il quale Benitez ha rischiato un impresentabile Jorginho in una gara fondamentale come quella di domenica scorsa contro il Milan. Eppure di critiche al tecnico ce ne sono state davvero poche…

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