Il patto dell'alibi e il gioco a nascondino...

16.04.2018
10:40
Bruno Galvan

La manona di Gigio di Castellammare di Stabia rischia di svegliare quasi in maniera definitiva il Napoli dal sogno scudetto. Vero che ci sono ancora 18 punti in

La manona di Gigio di Castellammare di Stabia rischia di svegliare quasi in maniera definitiva il Napoli dal sogno scudetto. Vero che ci sono ancora 18 punti in palio, ma questa squadra ha nelle corde la forza per reagire ancora? Quello che Maurizio Sarri sta facendo a Napoli da tre anni è sotto gli occhi di tutti e nessuno può metterlo in discussione, ma dopo il pari di San Siro ci sono delle cose che non si possono accettare. Una squadra che sette giorni fa acciuffa una vittoria al 93' rimettendosi in carreggiata per lo scudetto avrebbe dovuto sfruttare questo entusiasmo ed invece, alla scala del calcio, è apparsa timorosa, scarica e senza energie. Sarri non può parlare di calo mentale perchè se gli stimoli non te li dà una gara thrilling come quella contro il Chievo non si capisce davvero cosa debba accadere per darti la scossa.

DA SURPLUS A LIMITE

L'identità tattica di Maurizio Sarri, elogiata da tutti in questo triennio, in alcuni frangenti sembra essere un limite. Questa squadra quando deve gettare il cuore oltre l'ostacolo, nel momento clou di questo rush finale, sembra essere prigioniera di quel fraseggio sarrista che non può essere come i mesi scorsi quando si andava più veloci. Insomma il colpo risolutore del singolo, quello che esce fuori dallo spartito tecnico, non è consentito o previsto. Avere un'identità di gioco è motivo di vanto, ma non deve essere una gabbia d'oro che soffochi l'indivualità quando non si riescono a sbloccare gare calde dove ti giochi tutto.

BASTA GIOCARE A NASCONDINO

Non si riesce davvero a capire perchè Sarri anche con il Napoli ad un tiro di schioppo dalla Juve ogni volta tiri fuori il discorso play off Champions, mercato o fatturato. Sono argomenti fondati, ma non più accettabili quando sei al rush finale. Nel momento cruciale dovrebbe essere la fame di poter fare la storia a spingerti oltre ogni limite, invece a Napoli questo limite viene spesso ricordato e ciò non aiuta. Paradossalmente il Napoli avrebbe dovuto essere più spensierato della Juve perchè non ha obblighi scudetto, ma è finito con l'autodistruggersi ricordandosi di avere fatturato minore e gap tecnico.

IL PATTO DELL'ALIBI

In principio si chiamava patto scudetto. Ora sul più bello vengono fuori alibi, storie di mercato (la più divertente resta quella del veto di Marotta per Politano) e altro per 'giustificare' il secondo posto. Questo famoso accordo siglato a Dimaro da chi non è stato rispettato? Da De Laurentiis? Da Sarri? Da Giuntoli? Dalla squadra? Se inconsciamente si è scelto il campionato alle Coppe vuol dire che lotti per lo scudetto con tutte le pressioni che ci sono. Paradosso dei paradossi è che il Napoli si è piantato proprio quando ha avuto la cosiddetta settimana tipo. Le scuse, il fatturato, le strutture, le parole di Buffon e lo champagne dopo il gol di Cristiano Ronaldo: Napoli resta ancora una volta a sognare in una prigione populista e dell'anti-juventinità. Ma quando penseremo un po' alle vicende di casa nostra? E menomale che sognare non costava nulla...

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