Il terribile crac, la caparbietà di Corsi e il genio di Sarri: Valdifiori e quel debito morale che pesa sul mercato

16.06.2015
16:00
Redazione

di Bruno Galvan. Twitter: @BrunoGalvan85

Il suo nome è sulla bocca di tutti. Mirko Valdifiori è sicuramente l’uomo mercato di quest’anno. Le voci sul Napoli si susseguono, ma la storia calcistica del regista in forza all’Empoli è fatta di riconoscenza verso la famiglia Corsi e lo stesso Maurizio Sarri. Arriva in Toscana nel 2008. Corsi lo prende dopo una stagione poco felice sul piano della salute fisica per Mirko, reduce da un gravissimo infortunio che lo costringe a saltare praticamente più della metà della stagione a Legnano. L’Empoli punta su di lui, anche se nel primo anno gioca a sprazzi perché non è facile recuperare subito dopo un incidente così importante. Il pubblico mugugna, ma Corsi non ascolta nessuno e lo riconferma. Nel frattempo sulla panchina toscana arriva Sarri che dà la svolta definitiva alla carriera di Valdifiori. Gli cambia ruolo, spostandolo da centrale di centrocampo a play basso. Le prime gare sono positive, poi un crescendo incontrastato fino alla serie A. Il legame che unisce Valdifiori a Corsi e Sarri è indissolubile, un qualcosa che va al di là dell’aspetto tecnico. Mirko, da ragazzo di sani valori senza grilli per la testa, è e sarà sempre riconoscente all’Empoli che ha scommesso su di lui anche quando era reduce da una stagione non brillante sul piano fisico. Il sostegno e la caparbietà di Corsi sono state per lui un valore aggiunto in un momento delicato. L’ultimo tocco l’ha dato poi Sarri trasformandolo sul piano tecnico. La storia di Valdifiori è per gli amanti di un calcio romantico fatto soprattutto di riconoscenza e valori umani, due cose in via d’estinzione in questo calcio sempre più ‘contaminato’ da lucro e dallo scarso attaccamento alla maglia.

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