Insigne: "Ecco le differenze fra Mazzarri e Benitez: c'è chi come me non ha bisogno di essere martellato per capire. Voglio restare a lungo a Napoli e diventare capitano. Quando mi fischiano..."

19.04.2014
07:35
Bruno Galvan

“Non mi offende se in giro per l’Italia mi chiamano scugnizzo. Sono di Napoli, fiero di esserlo, e non posso offendermi se vengo definito così. E poi sono cresciuto in mezzo a loro mangiando pizzette al pomodoro, quindi…” Lorenzo Insigne è il simbolo del Napoli di Benitez. Dalla fascia di capitano al gol in Champions, lo scugnizzo azzurro si racconta al settimanale Sport Week.

DA RACCATTAPALLE A GIOCATORE DEL NAPOLI – “Litigavo ogni volta col mio allenatore delle Giovanili perché perché pretendevo scegliesse sempre me tra i ragazzi che la domenica avrebbero fatto i raccattapalle al San Paolo. Mi ricordo quello che ci ‘comandava’ a bordo campo: ‘Mi raccomando uagliò, se il Napoli vince nascondete il pallone!’.

GIOCARE A NAPOLI PER UN NAPOLETANO -  “E’ difficile.  Se la squadra perde, i tifosi se la prendono con me perché sono napoletano. Ma non mi arrabbio: in questo modo cresco come uomo e calciatore. Tanto, qui la gente ti critica pure se vai a giocare da un’altra parte. Siamo gente molto orgogliosa e vogliamo che chi ci rappresenta faccia sempre bella figura”

SUL GESTO DI RISPOSTA AI FISCHI – “”Quando mi fischiano ci resto male come tutti. Ma so che i fischi contro di me sono d’amore. Sono figlio di questa città, e questa città da me pretende tanto”

LA VITA QUOTIDIANA – “Abito ancora a Frattamaggiore dove sono cresciuto. Mi conoscono tutti e non ho problemi. A Napoli ci vado per fare shopping: i tifosi mi chiedono la foto o l’autografo. Non posso lamentarmi, anch’io farei al loro posto la stessa cosa”

IL PRIMO RITIRO COL NAPOLI – “Ho capito di essere diventato famoso quando il Napoli mi ha portato in ritiro cinque anni fa e quando Mazzarri mi disse: ‘Se vuoi restare qua devi lottare per conquistarti il posto’. L’ho fatto, mi pare: nessuno mi ha regalato niente, sono partito dalla C e adesso vedete dove sono arrivato”

FUTURO AL NAPOLI – “Dico solo che confermo la mia volontà di restare a Napoli. Il mio sogno è restarci il più a lungo possibile, se però nessuno mi fa passare la voglia.  Nel senso che se mi accorgessi che gioco poco preferirei trovare spazio altrove. Io non mi accontento di guadagnare milioni. Io mi diverto a stare in campo.Perché non ho scelto il 7 di Cavani? Ho scelto la 24 perché quel numero è il giorno nel quale è nata mia moglie”.

DIFFERENZA BENITEZ- MAZZARRI – “Sono molto diversi. Mazzarri è più ‘pesante’, nel senso buono: voleva allenamenti senza risate, anzi, senza che volasse una parola. Certe volte caricava un po’ troppo le partite. Benitez è più rilassato, scherza, spiega le cose in modo tranquillo. Ci sono giocatori che rendono di più con un allenatore severo, altri come me capiscono le cose  senza bisogno di essere martellati. Benitez mi chiede spesso di difendere prima ancora di attaccare. Di non lasciare buchi a centrocampo”

PERSONALITA’ – “Chi è più forte di me nel mio ruolo? Sinceramente…nessuno. Voglio restare a Napoli, almeno fino a diventarne il capitano”

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