La coppia invisibile ed il giusto malcontento dell'intellighenzia: il mancato impatto dei rinforzi, ma si sapeva...

09.03.2016
17:20
Claudio Russo

Arrivato alle soglie del mercato invernale, il Napoli necessitava di due rinforzi: uno sarebbe dovuto essere un difensore centrale, considerando che Henrique era in procinto di lasciare la maglia azzurra - e così effettivamente è stato -, ed un centrocampista centrale che potesse fare le veci di Marek Hamsik per dargli la possibilità di rifiatare in qualche scampolo di match. Al posto di Henrique è arrivato Vasco Regini dalla Sampdoria, in prestito. 

Poi è arrivato Alberto Grassi dall'Atalanta, per 8,5 milioni di euro circa: non l'esatto calciatore che rispecchiava l'identikit ideale, ma certamente un calciatore di prospettiva. Che, tuttavia, Sarri non sembra 'vedere' in mezzo al campo a prescindere dall'infortunio rimediato al primo allenamento in maglia azzurra: "Alberto è pronto? E' un ragazzo del '95, mi sembra strano che un ragazzo che 7 mesi fa giocava ancora in Primavera venga appesantito da una tale pressione. Si è operato 24 giorni fa, non ha una grande condizione fisica. E' un ragazzo che bisogna far crescere e ha solo 12 partite in Serie A" disse l'allenatore azzurro qualche settimana fa in conferenza stampa.

Si sarebbe potuto fare di più, certo: se l'effettiva offerta da 25 milioni di euro recapitata dal Wolfsburg per Manolo Gabbiadini fosse stata accettata, probabilmente ci sarebbe stata l'occasione per ammirare in azzurro un altro attaccante con le caratteristiche più vicine a quelle di Gonzalo Higuain. Dopo quasi un mese, i due rinforzi invernali del Napoli condividono un non felicissimo record: zero presenze totalizzate, zero minuti giocati. Non che ci sia la totale necessità di vederli in campo, considerando anche la gestione di squadra di Maurizio Sarri che sembra ormai prediligere 13-14 giocatori (giustamente, visti i risultati) per questo finale di stagione.

La piazza e l'intellighenzia napoletana hanno fatto palesare - giustamente - un po' di malcontento per i 'non-rischi' presi da Aurelio De Laurentiis, a maggior ragione dopo i movimenti delle altre squadre d'alta classifica. Ma siamo così sicuri che, effettivamente, i rinforzi invernali abbiano contribuito così tanto nelle rose avversarie degli azzurri? Escludendo la Juventus, che non ha effettuato movimenti in entrata, i colpi più redditizi sono stati quelli della Roma: Perotti, El Shaarawy e Zukanovic hanno sommato 21 presenze, 7 gol e 7 assist in 1529 minuti totali per un prezzo di 28,4 milioni tra prestiti onerosi e riscatti. Poi c'è la Fiorentina che finora ha visto un acquisto a titolo definitivo come Zarate, e due prestiti come Tello e Tino Costa, sommare 17 presenze, 3 gol e 4 assist in 822 minuti (Benalouane e Kone, altri due prestiti, non sono mai scesi in campo). Sufficiente, per ora, l'impatto dello svincolato Kevin-Prince Boateng al Milan (10 partite e 1 gol in 256 minuti), mentre delude un po' - rapportandolo ai 2 milioni per il prestito e i 15 per il riscatto da pagare tra un anno - l'ingaggio di Eder da parte dell'Inter.

Assieme al cambio d'allenatore, da Garcia a Spalletti, la Roma ha visto invertire totalmente il proprio trend, conquistando sette vittorie consecutive anche grazie - e soprattutto - all'impatto del proprio mercato invernale. Certamente possono essere mosse delle critiche alla dirigenza azzurra per aver chiuso un mercato che, un mese fa, sapeva di occasione persa "figlia forse della paura di osare e di completare una rosa molto valida ma che, da qui al termine della stagione, si troverà di fronte un gran numero di partite finendo con l'incrociare le dita per evitare indesiderati stop". Però non va dimenticato che la Roma è riuscita a finanziare il proprio mercato con i 18 milioni di euro (+ 1 bonus) ottenuti dall'Hebei Fortune per Gervinho e gli 1,2 milioni di euro (+ 1 bonus e possibilità di obbligo di riscatto) avuti dal Bournemouth per Juan Manuel Iturbe. Logico, ovvio, pensare a quei 25 milioni di euro rifiutati per Gabbiadini: con una somma del genere, si sarebbero potute fare tante cose. Invece no, restano Alberto Grassi e Vasco Regini: i due rinforzi 'invisibili'.

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