
Ma si può andare via così, senza avvisare? Ho proprio bisogno di dirtelo: Mariano, sei un gran figlio...
Ma si può andare via così, senza avvisare? Ho proprio bisogno di dirtelo, sei un gran figlio di 'buona donna'. Un intercalare a te gradito, lo dicevi spesso a tutti, senza farti problemi. Anche a chi avevi conosciuto da poco, come me. Col sorriso e la leggerezza si può dire ogni cosa, spontaneamente. Ci siamo visti mesi fa al Vomero, ti ho restituito la maschera del dottor Benone, la tua creatura enorme, il leone che ama e guarisce i bambini con la terapia del sorriso. Me l'avevi affidato per un po' di tempo dopo varie iniziative al Policlinico presso il polo pediatrico, e allo stadio Collana. Non la davi a nessuno, a me si. "Mi raccomando, riponilo bene nel bagagliaio dell'auto, fallo respirare". Ti sei fidato. Mi hai invitato tante volte a cena, a casa tua, in quella villetta lontana dal mondo dove il sabato mattina stilavi il percorso della solidarietà tra anziani da aiutare e persone malate. Farmacia, ricariche telefoniche, supermercato. Le tappe per acquistare beni primari da consegnare a chi si avviluppa tra problemi economici e familiari. Due occhiali, uno sull'altro, a volte anche tre e di colori diversi. Davanti al computer, che forse non amavi tanto, coordinavi il tuo week-end umanitario. "Chi ha i soldi il fine settimana va al mare o in montagna. E' giusto, per carità, ma ad aiutare chi è in difficoltà qualcuno ci deve pur pensare. O no, Luca?". Sullo sfondo l'odore del sigaro fermo tra le dita e che di tanto in tanto avvicinavi alla bocca per una boccata di nostalgia tra laurea in legge (come il padre, magistrato) e programmi televisivi che hanno fatto epoca con uno stile giornalistico nuovo ed arrembante. Le serate con te scivolavano via tra politica, teatro, libri, 'o pallone, parlando del tuo amico Maradona o di tua madre, di origini sannite. Nel piatto la pasta e piselli rigorosamente preparata da te, alla napoletana. Un giusto mix tra brodo e crema, dove la cipolla regna con un fare per nulla invadente. Un giorno mi chiamasti con il collega Luigi Capasso di Metropolis per raccontare ai bambini di una scuola di Casoria quanto è bello e difficile il lavoro di giornalista. Un'esperienza che ricorderò per sempre. Da lì in poi ci siamo sentiti di meno impegnato com'eri tra Regione e progetti patrocinati da Presidenza della Repubblica e Vaticano. "Stiamo benone con Benone". La tua idea piaceva a tutti. E piaceva tanto anche a me che ti ho fatto spesso compagnia tra eventi in giro per Napoli a promozionare le attività dell'associazione. A piazza Dante con il cardinale Sepe, in tv a parlare del Napoli con le tue taglienti verità. Mi hai insegnato tanto, con gesti semplici. Ad ogni semaforo ti facevi lavare il parabrezza della tua Volvo senza fiatare, da tutti, regalando monete di speranza. Di te mi è sempre piaciuta l'attitudine al ritardo perchè in fondo la vita non è l'arrivo, ma il godersi ogni momento del viaggio. Stamattina però sei stato puntualissimo. Alle ore 9,45, come previsto, sei arrivato in via Belvedere, al Vomero, il tuo regno, dove ti conoscono tutti. Ad attenderti tanti amici e conoscenti che hanno condiviso con te percorsi professionali e non. C'erano i familiari e la compagna. C'era l'amico fraterno di sempre, Claudio Niola, in prima fila a versare lacrime di commozione insieme a chi, come Valentina Stella, aggrappata al feretro, ha capito e apprezzato la tua anima. Mariano Piscopo, tu sei così: o ti si capisce subito, o è impossibile farlo dopo. La tua azione era facilmente travisabile, volevi aiutare tutti anche quando non potevi. Eri e sei un meraviglioso 'farabutto' come tanti e un maledettismo generoso come pochi. Qualcuno ti ha visto nella cappella, eri vestito di bianco con giubbino di jeans. Sorridevi, e alle vecchie bigotte che, accorse in chiesa ed ignare della estrema funzione, reclamavano la puntualità della Messa, hai detto divertito: "Un po' di silenzio, c'è il mio saluto finale, ancora qualche minuto e vi faccio entrare". Uscendo dalla parrocchia hai messo gli ultimi spiccioli nel cappello del povero e preso sottobraccio la vecchietta dalla schiena curva avvinghiata al bastone, alla fede e alla badante filippina. Mentre abbiamo fatto la passeggiata insieme a te ho sentito un anziano con cappello e foulard d'altri tempi fischiettare 'Munastero 'e Santa Chiara'. Si, tengo 'o core scuro scuro. No, nun è overo, no nun ce credo. Ieri sera leggevo un post di un tuo amico: "E' solo un cazzo di scherzo, vedrete, è una trovata delle sue. Domani vengo e vi riempio di botte". Ho sperato nel colpo a sensazione, ne saresti stato capace. Ma va bene uguale tanto già so che stai dicendo che dall'altra parte si sta... Benone! Mariano, è stato un onore conoscerti, anche se non ho capito del tutto chi fossi. Avrei voluto approfondire di più. Dirti e imparare altre cose. Sapevo poco di te, ma abbastanza per poter dire che, a prescindere, mi mancherai. Puttana la vita!
luca cirillo