Non solo Benitez. De Laurentiis rischia di perdere un'altra certezza...

28.03.2015
15:04
Fabio Cannavo

di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)

Un giorno è buono, l’altro no. Accade un po’ per qualsiasi cosa quì a Napoli, ma quando sei nell’occhio del ciclone devi rimboccarti le maniche e ‘abbracciarti’ la cosiddetta croce, critiche ed elogi. Spesso, il lavoro di Bigon e dello scouting azzurro viene analizzato e giudicato senza sapere che:

Punto 1 - La gestione delle risorse economiche non riguarda minimamente il lavoro di un direttore sportivo. Le cifre per fare il mercato in entrata le stabilisce il presidente De Laurentiis insieme all’amministratore delegato Andrea Chiavelli. Per cui, Bigon e compagni, non fanno altro che ‘contare le monete’ ed andare alla ricerca del profilo giusto. Un po’ come fa un genitore con un figlio ancora giovane. Arriva la ‘paghetta’ settimanale e dovrà bastare per tutti e sette i giorni della settimana.

Punto 2 - Nonostante le poche chance di arrivare a calciatori importanti, visto il tetto ingaggi e la disponibilità di liquidi messa a disposizione della società, il Sig. Bigon, coagulato da una squadra scouting sempre attiva, ha provato a fare il ‘colpaccio’ più volte. Partiamo da Gonalons. Il francese, capitano del Lione, sta passando una stagione al di sopra delle aspettative. Non sarebbe stato Mascherano, ma avrebbe di certo alzato l’asticella della qualità in linea mediana. Anche Kramer, il tedesco individuato per comandare il centrocampo azzurro. E’ uno di quelli destinati a vestire maglie importanti, eppure Bigon c’era arrivato. Poi la ‘paghetta’ è sempre quella, bisogna farsela bastare. Senza parlare dell’operazione Fellaini, di difficile, anzi impossibile riuscita, ma almeno le mani sul calciatore il Napoli le aveva messe e come.

Punto 3 - Il lavoro di Bigon deve passare, sempre, o quasi, dalle considerazioni dell’attuale tecnico. Giustamente. Che sia Mazzarri o Benitez, le idee dell’ex reggino verranno sempre analizzate da colui che poi deve schierare i giocatori in campo. Prendo Verratti, mister le piace? No? Ok, tratteniamo un altro anno Behrami e Dzemaili. Per farvi intendere…

Punto 4 - Gli errori li fa chiunque. A Roma disegnavano Sabatini come il vecchio Moggi. Pochi giorni fa i tifosi giallorossi l’hanno ricoperto d’insulti per il mercato insoddisfacente. E qui a Napoli non si faceva altro che dire: “Avete visto Sabatini? Quello sì che è un diesse”. Le casse della Roma sono piene, piene rispetto a quelle del Napoli. Pallotta sperpera, osa, De Laurentiis no. E Bigon s’è n’è fatto una ragione. Difficile ammettere in pubblico: “Il presidente mi ha dato questo budget, più di questo non posso fare”. Anche perché arriva lo stesso presidente e parla di 120 mln da spendere sul mercato.

Il diesse del Napoli ha ancora un altro anno di contratto e, a meno di colpi di scena, resterà alla guida degli azzurri. Differente il discorso scouting, al quale restano solo pochi mesi a Napoli per contratto. Si aspetterà la scelta della società di rinnovare o meno l’accordo con Micheli, Mantovani e Zunino. Nello stesso momento storico, il Napoli rischia seriamente di smantellare la struttura tecnica, dall’addio di Benitez a quello dell’intero reparto scouting, di cui i metodi, sono diventati, addirittura, materia di studio a livello federale (Zunino a Coverciano, ndr). Col serio rischio di una concreta involuzione stile Palermo e Genoa, che qualche anno fa, a differenza del Napoli, non hanno puntato su professionisti del settore, ma hanno concentrato l’intero potere decisionale attorno ad un’unica figura, ovvero quella del presidente. 

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