Perché cambiare sin da subito?
di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)
Perché cambiare alla seconda di campionato se per un mese non hai fatto altro che provare un determinato modulo tattico? A Napoli siamo rapaci, ci mettiamo un niente a denigrare il lavoro di un allenatore o di un calciatore. Addirittura bastano 90 minuti, solo novanta. Dopo l’amichevole col Latina fioccavano i complimenti per questo nuovo Napoli di Maurizio Sarri. Ottanta minuti di difficoltà col Sassuolo e quei complimenti, come per magia, si trasformano in critiche e in ‘l’avevo detto io…’.
MODULO – Maurizio Sarri, giusto o sbagliato che sia, ha provato sin dall’8 di luglio, giorno in cui il Napoli si è ritrovato dopo le vacanze estive a Castelvolturno, un preciso schema tattico: il 4-3-1-2, detto anche il rombo che prevede un regista come vertice basso, un trequartista come vertice alto e due mezz’ali, strette, ai lati. E' stato brevissimo il pensiero al 4-3-3, forse aveva qualche chance in più il 4-3-2-1. Insigne si è proposto come trequartista. “Proviamo”, ha risposto Sarri, accontentando le richieste del calciatore di Frattamaggiore. Insigne non ha mai fatto il numero 10, il trequartista, e non è detto che avere un buon dribbling e una discreta visione di gioco, può permettere con semplicità di agire tra le linee. C’è bisogno di un lavoro di ripiegamento non indifferente, c’è bisogno di forza fisica che possa consentirti di lottare contro il mediano di turno. Però Insigne ha fatto bene fino alla gara col Sassuolo, perché fermarsi e cambiare strada? Giusto che gli si dia l’occasione di consacrarsi, di imparare, come quando con Rafa Benitez capì che bisognava correre lungo tutta la fascia, senza tralasciare i compiti di copertura.
GIUSTO CAMBIARE? – Perché? Non sarebbe sintomo di sicurezza passare da uno schema (provato e riprovato) ad un altro solo perché si è usciti sconfitti dal Mapei Stadium, contro una delle squadre più brillanti del campionato. Il 4-3-1-2 è l’idea tattica che Sarri sta studiando da un mese e poco più, l’ha già utilizzato ad Empoli nel suo biennio miracoloso, ed è convinto che sia questa la strada giusta per dare il giusto equilibrio a questa squadra. Perché cambiare? Perché stravolgere quel poco che è stato memorizzato dagli stessi calciatori. Pazienza, solo un po’ di pazienza…
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