Perroni: "La reazione di Spalletti alla prima sua imitazione: ho due aneddoti che spiegano il valore dell'uomo Luciano. Napoli? Ecco cosa gli scrissi appena firmò. Sulla diatriba con Totti..." [ESCLUSIVA]

28.09.2021
16:00
Bruno Galvan

Perroni racconta Spalletti a CalcioNapoli24

Napoli calcio - Si dice che ognuno di noi abbia almeno un sosia. Bene, allora anche Luciano Spalletti ne ha uno: Andrea Perroni. Romano di nascita, attore, comico e conduttore radiofonico (conduce Radio 2 Social Club insieme a Luca Barbarossa), Perroni è stato il primo a portare in televisione l'imitazione dell'attuale tecnico del Napoli. Erano i tempi in cui a Mediaset c'erano trasmissioni storiche come "Guida al campionato" e "Controcampo". Questa sua geniale trovata, peraltro ne fece una in diretta davanti a Spalletti, gli valse un'amicizia con Luciano che dura ancora oggi. 

Come è nata la tua parodia di Luciano Spalletti

“Era la stagione 2007-08 e Luciano aveva dato un vestito nuovo, come si dice in gergo, alla Roma facendola diventare poi la ‘Roma di Spalletti’. Stando sul divano, e vedendolo nelle interviste, mi incuriosì molto il fatto che si bloccasse guardando a terra durante le interviste. Devo ammettere che questa cosa mi faceva molto ridere, non so se lo faceva di proposito. Conoscendolo poi negli anni ho capito che lui si isola in quel momento là perché pensa a ciò che sta succedendo e ciò che potrà succedere. Fu però questo atteggiamento, termine molto caro a lui nelle disamine (ride ndr), a catturare la mia curiosità così come la postura singolare nell’attesa delle domande. Mi venne tutto naturale, non studiai niente”.

La reazione del mister quando vide per la prima volta il suo sosia in tv?

“E’ un uomo di grandissimo spirito anche se permaloso a modo suo come lo siamo tutti. Quando si scherza su di lui in quella maniera si diverte moltissimo. A testimoniare ciò è l’amicizia che mi lega a lui da anni. Quando per la prima volta mi vide che lo imitavo fece una battuta: ‘Andrea lo devo ringraziare perché mi migliora’”.

Ci sono delle immagini che ti porti ancora dentro di lui?

“Ricordo i pranzi a Trigoria dove ridevamo a crepapelle. I calciatori mi chiedevano di fare l’imitazione di Spalletti praticamente a ciclo continuo e davanti a lui. Luciano stava lì a guardarmi ridendo davvero come se non ci fosse un domani. Poi ricordo una merenda prima di un Juve-Roma. Fui invitato dal mister in ritiro e fuori l’albergo la sicurezza non mi voleva fare entrare. Mi presero per matto quando dissi ‘Ho un appuntamento con Spalletti, devo entrare”. Alla fine lo chiamai dicendogli che non mi facevano entrare. Tutto ad un tratto, nel giro di pochi secondi, lo vedo uscire dall’albergo dicendo alla vigilanza di farmi entrare senza perdere altro tempo”

Oggi lo vedi diverso rispetto al passato?

“Le persone maturano negli anni, Roma e Napoli sono molto simili. Sono due realtà in cui il calcio viene vissuto in maniera troppo accorata. Penso che lui evolva gli atteggiamenti negli anni. Non me ne accorgo se è cambiato il mio modo di farlo, seguo ciò che Luciano fa. Il mio è un modo per alleggerire la presa sul serio delle dinamiche del mondo del calcio”.

Sei amico di Luciano ed anche di Totti, come hai vissuto quella diatriba?

“Non sono mai entrato nella questione perché è come chiedermi se vuoi più bene a mamma o papà. Francesco resta per me il più grande campione italiano degli ultimi 50 anni, mi ha dato.  Nutro grande affetto nei suoi confronti. Lui, così come Spalletti, è stato in grado di cambiarmi tanti pomeriggi litigiosi in giornate indimenticabili. Le emozioni che mi hanno dato sono difficili da dimenticare”.

Questo Napoli quanto ti ricorda la Roma spettacolare di Spalletti?

“Tantissimo perché mi piace ciò che sta creando nel Napoli. Vedo uno spirito di squadra, poi Luciano è uno che sa creare gruppi e mantenendoli alla grande. Con lui ci si diverte molto, parliamo di un allenatore importante che lavora tanto sul campo. Ha riportato Osimhen a dei livelli mostruosi, pensa che mi ero dimenticato questo ragazzo. Mi ricorda molto quella Roma, ma ogni squadra però ha una sua unicità”.

Sei romano e romanista ma la città di Napoli è un po’ la tua seconda casa

“Ho iniziato questo mestiere in teatro recitando il napoletano.  Ho recitato con Lella Mangano, seconda moglie di Peppino De Filippo, in uno spettacolo in cui facevo solo una battuta, ero il suggeritore. Questo spettacolo lo aveva allestito Pupella Maggio che ho avuto l’onore di conoscere. Mi sono innamorato di Napoli, in ogni cosa che faccio ci metto sempre dentro Napoli. Anche nel mio ultimo programma su Rai 2, Fan-Car-aoke, ho voluto dedicare un’intera puntata alla città venendo poi a girare lì tutto con i miei amici Gigi e Ros. Napoli è una prerogativa per me, non si può prescindere”

Hai sentito Spalletti in questi mesi di Napoli?

“Ci sentiamo spesso ma non parliamo mai di calcio. Appena ho saputo che veniva ad allenare lì, gli ho scritto questo messaggio: “Ti si magnat ‘a sfugliatella?”. La risposta però non posso dirla. Luciano è innamorato della città e si trova bene. Può fare davvero grandi cose”

C’è chi ha già messo in preventivo litigi con De Laurentiis

“Credo che il presidente sia un uomo focoso ma anche un uomo di spirito in quanto è cresciuto nel mondo del cinema con figure che gli hanno insegnato tanto dal punto di vista umano. Il fatto che sia un uomo di spirito penso collimi molto con Luciano che anche lui è un tipo difficile".

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