Carlo Ancelotti
Carlo Ancelotti

Quando un "Siamo dei coglioni se..." fa più casino di "Vesuvio lavali col fuoco"

28.11.2018
09:20
Bruno Galvan

Ormai l'ipocrisia ha varcato ogni tipo di confine nel calcio italiano dove ogni giorno ne esce sempre una nuova da raccontare. Oggi sulle pagine dei quotidiani

Ormai l'ipocrisia ha varcato ogni tipo di confine nel calcio italiano dove ogni giorno ne esce sempre una nuova da raccontare. Oggi sulle pagine dei quotidiani ha fatto più clamore la battuta di Ancelotti: "Se non passiamo il turno siamo dei coglioni" anziché delle multe ridicole date per i cori di discriminazione territoriale che si sono alzati dalle Cruve durante le gare Juventus-SPAL e Udinese-Roma. Possibile mai fa più rumore un "Siamo dei coglioni se...", anche se detto da un uomo educato come Carlo Ancelotti, invece delle ridicole sanzioni del Giudice Sportivo?

In questi giorni abbiamo assistito alla passerella delle massime espressioni calcistiche nazionali che hanno sventolato ai quattro venti come il nostro calcio ora userà il pugno duro contro chi sugli spalti farà cori a sfondo razziale o di discriminazione territoriale. Uno spot (degno della peggior pubblicità ingannevole) che dimostra come alle regole c'è sempre quel cavillo che alla fine fa la differenza. "Dal prossimo fine settimana, in caso di cori, le gare potranno anche essere sospese dall'arbitro" ha dichiarato più volte Nicchi che però dimentica un dettaglio fondamentale. A decidere se la gara verrà sospesa non sarà l'arbitro, ma il responsabile della sicurezza e dell'ordine pubblico. Non vogliamo mettere il carro davanti ai buoi, ma vi immaginate una gara sospesa per cori con 30-40-50mila spettatori sugli spalti che devono poi ritornarsene a casa oppure potrebbero anche protestare? Siamo in Italia e qualche dubbio lecito ci può stare... 

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