Rispetto, 'etica' e rivalità: decifrato il messaggio Ultras del Napoli, la ricostruzione

08.12.2014
12:21
Redazione

Non poteva mancare lo striscione della Curva A. Non poteva mancare il riferimento a Ciro Esposito e alla tragedia dello scorso maggio a Roma. Ormai è un ‘ritornello’ che sentiremo spesso, giustamente, così come il coro “Ciro, Ciro, Ciro!!”. Ieri, allo stadio San Paolo, durante Napoli-Empoli, è spuntato uno striscione che ha chiamato in causa altre due tifoserie. Quella della Roma, ovviamente, ma anche quella dell’Atalanta. “In culo ad ogni teoria del complotto. Leali da sempre, nemici per sempre”. Difficile da spiegare e motivare. In uno degli ultimi match casalinghi dell’Atalanta, proprio contro la Roma, sono stati registrati scontri all’esterno dello stadio tra le due tifoserie. Non si riusciva a risalire al perché di questi scontri, poi è stato svelato l’’arcano. I tifosi bergamaschi avrebbero aggredito i romanisti per via dell’omicidio a Ciro Esposito. Non si tratterebbe di complotto contro la tifoseria capitolina, ma una questione di lealtà e mentalità ultras. Mai comparse pistole negli scontri, anche i bergamaschi non hanno mai perdonato l’omicidio del povero Esposito. E lo striscione di ieri in Curva A sarebbe un ‘rendez vous’ ai bergamaschi, non in qualità di coalizione, ma di rispetto verso una tifoseria che s’è dimostrata solidale, nonostante l’acerrima rivalità, in un momento unico nella vita degli ultras. Tifosi napoletani compiaciuti dell’atteggiamento della tifoseria bergamasca, volendo ribadire che ‘non esiste alcun complotto’ nei confronti dei romani. Le infamie, nel mondo ultras, non sono ammesse, così come le armi. Però, ci hanno tenuto a ribadire che nonostante il gesto, resteranno per sempre nemici, volendo dare importanza alle leggi della loro visione della vita. 

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