Sarri, De Laurentiis ed il Napoli: the freakiest show dell'intera Serie A

11.01.2016
20:00
Claudio Russo

Febbraio 1985, David Bowie e Pat Metheny firmano il pezzo "This is Not America". A distanza di 30 anni, Maurizio Sarri può tranquillamente riprendere il titolo della canzone ed aggiungerci "This is Napoli", facendo riferimento all'impresa concretizzatasi nel titolo di campione d'inverno della sua squadra. Il primo dopo 26 anni, e l'ultima volta che capitò a fine stagione arrivò la vittoria di qualcosa di davvero grosso...

TRACK 1: "STARMAN" - Il David Bowie in formato Ziggy Stardust arrivò da Marte nel giugno del 1972: non possiamo assicurare che Maurizio Sarri, allora tredicenne, già sentisse le canzoni del Duca Bianco ma nell'immortale "Starman" c'è un passaggio che si addice all'allenatore del Napoli: "There's a starman waiting in the sky / He'd like to come and meet us / But he thinks he'd blow our minds". Il cielo del verso, azzurro, potrebbe essere quello di Empoli; il fatto che lo Ziggy Stardust Sarri avesse voglia di incontrare nella sua carriera il Napoli lo si può ricondurre al fatto che lui, a Napoli, ci è nato e ne è tifoso. "Ma pensa che potrebbe impressionarci": ritmi di lavoro? Diversi schemi? In fin dei conti, Sarri lo ha fatto dapprima coni giocatori, poi con lo stesso De Laurentiis, infine con tutti i tifosi...anche quelli che avevano qualche dubbio sul suo possibile adattamento.

TRACK 2: "CHANGES" - I cambiamenti, quelli del Napoli da Rafa Benitez a Maurizio Sarri: quelli dei metodi di lavoro, quelli dei singoli calciatori come Jorginho, che sembrava un agnellino indifeso nel centrocampo a due dello spagnolo ed ora, a tre, si sbatte su ogni pallone; come Kalidou Koulibaly che dalle offerte milionarie in estate è rimasto ed è diventato uno dei centrali più forti del campionato; come Raul Albiol che, etichettato come 'pacco' ingiustamente, si è ritagliato di nuovo il suo spazio. "Ch-ch-ch-ch-changes! Turn and face the strange!" (anche se alcuni testi riportano 'strain'): che sia tradotto "voltati ed affronta lo sconosciuto (ciò che è sconosciuto, in questo caso)" oppure "lo sforzo", il verso del successo contenuto in Hunky Dory del 1971 si adatta molto bene alla rosa azzurra. Alle prese con un allenatore del tutto nuovo, i calciatori hanno risposto nel modo migliore. D'altronde "Time may change me": col tempo anche Sarri è cambiato, dal 4-3-1-2 al 4-3-3 che fa volare il Napoli.

TRACK 3: "LIFE ON MARS?" - Guardare il Napoli di queste prime 19 giornate, e allungando il cerchio anche alle sette partite tra Europa League e Coppa Italia, è stato uno spasso: a detta di molti commentatori, gli azzurri giocano il miglior calcio d'Italia o quantomeno il più divertente. Certamente non possono essersi annoiati i tifosi del Napoli, che hanno visto la propria squadra vincere il 73% delle partite giocate e segnare 2,42 gol a partita per un totale di 63 reti a fronte di sole 17 segnature subite. "It's the freakiest show" intona Bowie, sempre in Hunky Dory, nell'eterna 'Life on Mars?'. Nel 1971 era lui lo show più bizzarro o anomalo, nel 2016 lo è il Napoli che, da outsider ad inizio campionato, adesso guarda tutta l'Italia dall'alto in basso. Mica poco, per una squadra che ha cambiato faccia pur avendo al suo interno tanti giocatori presenti nella scorsa stagione. Come Bowie che rimaneva sempre Bowie pur cambiando volto, da Aladdin Sane a Ziggy Stardust.

TRACK 4: "WHERE ARE WE NOW?" - Saltiamo nel terzo millennio, a pochi anni fa: nel 2013 Bowie, che ha abbandonato i concerti live da un po' di tempo, presenta un nuovo album, 'The Next Day', il cui primo singolo è "Where are we now?": una ballata triste, di una persona che riflette sul tempo passato in modo inesorabile. I due anni con Rafa Benitez, che per tanti motivi non hanno portato i risultati sperati (ma anche tante soddisfazioni, che lo ammettano tutti: anche chi si perde nelle beceri offese sul fisico dell'allenatore spagnolo, poveretti nell'animo). Il tempo passa in modo inesorabile, ed i tifosi si allontanano progressivamente dalla squadra. Sarri non ingrana con il suo 4-3-1-2, si inizia a rumoreggiare: serve qualche risultato positivo, arrivano due manite consecutive contro Bruges e Lazio. Il pubblico torna ad affollare il San Paolo, in fondo come canta Bowie "As long as there's me / As long as there's you". Finchè ci sarò io (inteso come SSC Napoli), finchè ci sarai tu (inteso come la tifoseria): il Napoli e Napoli sono una cosa sola, nei periodi difficili come quelli di inizio stagione ed in quelli gioiosi come quelli attuali. Il tempo trascorre in modo inesorabile, sì, ma non vuol dire che non possa regalare emozioni mentre i giorni si susseguono.

TRACK 5: "SPACE ODDITY" - L'ultimo step di questo personale crossover tra il Napoli di Maurizio Sarri e 'the Thin White Duke', il Duca Bianco David Bowie, torna indietro nel tempo e agli inizi della carriera dell'artista scomparso prematuramente. Ritorniamo nel 1969, mese di luglio: viene pubblicato Space Oddity, primo singolo estratto dall'album omonimo che lo seguirà di lì a qualche mese. Major Tom, il protagonista fittizio della canzone, è un astronauta che, come si legge sul Telegraph nel 2009, "decide di andare alla deriva piuttosto che tornare su un pianeta in cui si ritiene politicamente impotente". Un pianeta in cui ci si possa ritenere impotente può essere la Serie A, che dal 2001 non vede un padrone diverso dal trio Juventus-Inter-Milan? Possibile, ed è qui che, letteralmente, l'astronauta Bowie canta "Now it's time to leave the capsule / If you dare". Nella fattispecie l'astronauta può essere Aurelio De Laurentiis, che può e deve osare sul mercato per regalare a Maurizio Sarri quelle ultime pedine che potranno permettere al Napoli di lottare fino alla fine per vincere qualcosa di grosso: "I'm stepping through the door", De Laurentiis che dà mandato al direttore sportivo Cristiano Giuntoli di provare ad acquistare Maksimovic, Herrera e Kramer con la consapevolezza di rischiare. Ma 'the door', la porta, si può aprire per davvero se le cose dovessero continuare così.

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BONUS TRACK: "HEROES" - "We can beat them, just for one day / We can be heroes, just for one day": una delle canzoni più celebri di David Bowie, scritta nel 1977, segna il punto di svolta nella crisi professionale ed umana dell'artista, che tornerà presto al successo. Maurizio Sarri aveva 18 anni, Aurelio De Laurentiis ne aveva 28: possibile che l'avessero sentita già a quel tempo, con un verso che si attacca visceralmente al Napoli campione di inverno. Quel Napoli che, dalla 'crisi' finanziaria dell'assenza degli introiti Champions, si risolleva e si mette dietro 19 squadre dopo 19 giornate. Quel Napoli che può battere le avversarie. Con dei giocatori, con un allenatore, con un presidente che possono diventare degli eroi non solo per un giorno, ma per tutta la vita. Bisogna soltanto capire se, a 39 anni di distanza, lo spartito è lo stesso oppure no. A metà pezzo, per ora, sembra che qualche similitudine ci sia...

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