Tuta, nuvola, parcheggio e turnover cerchiato in rosso: aneddoti e scaramanzie dell'anti-vip Sarri
di Bruno Galvan. Twitter: @BrunoGalvan85
L’annuncio imminente e due sentimenti contrastanti. Ad Empoli la gente è amareggiata per aver perso il suo condottiero, a Napoli invece c’è tanto scetticismo. Maurizio Sarri è l’uomo nuovo scelto da de Laurentiis per far ripartire un progetto che deve necessariamente cambiare target rispetto all’ultimo biennio inteso come costi. A colpire De Laurentiis è stata la semplicità e la schiettezza dell’ex allenatore dei toscani. Sarri ha scelto De Laurentiis( e non Berlusconi) perché ha un carattere simile al suo e l’ha fatto sentire subito a proprio agio.
PRANZO E VOTO – Ad Empoli amava andare sempre a pranzo con Corsi senza nascondersi mai. D’altronde i suoi allenamenti a porte sempre aperte dimostrano come non amasse molto le pre-tattiche di un calcio moderno e sempre più stressante. C’è una cosa che però non bisogna toccargli mai: le sigarette. E’ il suo vizio insanabile, quasi irrinunciabile. Nella partita che sancì la promozione dell’Empoli in A, Sarri era in tribuna perché squalificato. Tutti lo riconobbero perché nella sua zona si fece una nuvola di fumo dovuto all’abuso di sigarette off-limits. Ma c’è dell’altro. Ad inizio campionato fece una promessa a squadra, tifosi e dirigenza: “Se ci salviamo, smetto con le sigarette”. Sappiamo tutti come è finita sul campo, ma Maurizio quel vizio del fumo non è proprio riuscito a levarselo.
SCARAMANZIE E PARCHEGGIO – Sarri da buon napoletano è un malato della scaramanzia. Basti pensare che in due anni di Empoli ha indossato sempre la stessa tuta datagli in serie B quando i toscani persero lo spareggio con il Livorno per andare in A. Lui scherza difendendosi sul fatto che è stata la prima che gli hanno dato ed è affettivamente legato a questa scelta. Il personaggio Sarri non smette mai di stupire. Una volta un suo calciatore parcheggiò male l’auto fuori al Sussidiario, dove l’Empoli si allena. Vide la scena ed entrò negli spogliatoi per obbligarlo a spostarla senza se e senza ma per non creare intralci a chi doveva passare. Oppure come quella volta che l’Empoli doveva giocare contro il Sassuolo (all’andata finì 3-1 per i neroverdi) e caricò tutti stile Champions League per poi entrare negli spogliatoi e urlare a fine gara: “S’è detto, s’è fatto!”. Insieme alla squadra voleva riscattare la brutta prestazione del Mapei Stadium e quindi vollero vendicare quel k.o. pesante. C’è un termine da non usare mai nel vocabolario sarriano, ci riferiamo alla parola “quasi”. Per Sarri non esiste perché è uno che non si accontenta mai.
DUBBI E TEMPO – Sarri ha bisogno di tempo perché non ha la bacchetta magica. Quando iniziò ad Empoli fece 10 sconfitte consecutive tanto che tutti davano i toscani in Lega pro. I suoi meccanismi di gioco sono particolari. Napoli però sarà disposta ad aspettare? Inoltre c’è un’altra riflessione da fare. Sarri quest’anno aveva, ad esempio in difesa, tanti giovani che correvano e seguivano i suoi movimenti. A Napoli, con giocatori più esperti che hanno vinto nella loro carriera, quanti sarebbero pronti a sacrificarsi nel suo modulo? L’esempio calzante è Maccarone che a 36 anni tornava indietro a difendere, Higuain sarebbe così umile da fare lo stesso? Infine Sarri non è amante del turnover. Come farà con il Napoli impegnato anche il giovedì in Europa League visto anche che non ha esperienza internazionale? Dubbi, perplessità e sorprese. Ora tocca a Sarri scrivere le pagine del nuovo progetto Napoli.
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