Un piccolo, piccolissimo miracolo di Rafa Benitez...
di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)
Era diventato ‘Brividos’, per il terrore che faceva provare ai propri tifosi quando sceglieva il tempo di un intervento. Poi la vita è estremamente strana che non riesce a darti un nomignolo se riesci a far bene. Miguel Angel Britos, dal groppone al cuore dei tifosi azzurri. In pochi avranno stimato, nel tempo, le prestazioni del difensore uruguagio, ma bisogna dargli atto che in questa parte della stagione sta disputando gare all’altezza degli altri due co-titolari, Albiol e Koulibaly. Benitez, giusto o sbagliato che fosse, l’ha lanciato da titolare, a Roma, nella partita più importante dell’anno, e il Napoli non ne ha risentito. Ha scalato posizioni attraverso il duro lavoro, ha messo in dubbio quel talento di Kalidou Koulibaly. Merito di Benitez o soltanto suo? Fu il tecnico spagnolo a chiederne la conferma quando, l’estate scorsa, tutto lasciava pensare ad un suo addio. Nella parte iniziale della stagione fu, spesso, schierato da esterno difesa. Benitez andò contro la critica, contro tutti, ma intravedeva qualcosa di positivo nell’uuguaiano, ex Bologna. Nessuno gli credeva, lo ‘davano per pazzo’, ma forse, un pochino, ragione ce l’aveva. Non potevamo aspettarci Rudi Krol, sapevamo benissimo che fosse un discreto difensore per la Serie A, ma niente di eccezionale. Ma bisognava dargli un senso, e Benitez ce l’ha fatta, fino al punto di preferirlo nel ballottaggio con Kalidou Koulibaly. E’ un mezzo miracolo, diciamolo. Ne avrà ‘oscurati’ altri di calciatori il Sig. Benitez, ma adesso Britos può essere schierato dall’inizio senza remore. Perfetto sabato pomeriggio all’Olimpico, contro Iturbe, Ljajic e Florenzi, tre attaccanti molto più veloci dello statuario sudamericano. Poco preciso negli appoggi, ma la natura resta quella. In marcatura, però, è dirompente, forte e cattivo. E’ Britos e resterà Britos, sia chiaro. E’ giusto criticarli, ma è bello anche rendergli omaggio.
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