Un regalo per Natale, non per l'Epifania...
Un amore giusto al momento sbagliato, semplicemente. Un destino segnato, con la clessidra già capovolta. Gennaio o giugno, resta appena da decidere questo, ma l'addio si consumerà. Inevitabilmente. Doloroso ma doveroso, per il bene di tutti. Soprattutto, però, per un ragazzo umile e serio come Manolo Gabbiadini che avrebbe meritato più fortuna in quest'avventura. Una storia, col neo tecnico partenopeo, iniziata male e finita peggio. Partorita sotto una cattiva stella e divorata in un sol boccone da un buco nero enorme. Eppure quel 5 gennaio 2015 sembrava l'inizio di una nuova vita, l'exploit definitivo. E i primi mesi, in parte, l'avevano anche confermato.
Ora spalle al muro e in apnea, fino a gennaio. Poi l'arrivo di un nuovo bomber, quel centravanti vecchio stile fondamentale per esaltare il gioco di questa squadra. Uno, almeno. Due, in realtà. Proprio per non rischiare troppo in un'annata in cui la dea bendata non gira troppo nel Golfo. Ma anche perché, in realtà, il Napoli dovrebbe avere il coraggio di cedere l'attaccante bergamasco da subito. Per evitare un Rafael-bis, ma soprattutto per voltare pagina in tutti i sensi. Già trattenuto in una gabbia d'oro prima a gennaio e poi a giugno facendogli perdere treni importanti, ora sarebbe il momento di assumersi rischi e responsabilità. Senza timori di probabili exploit altrove che lascerebbero non poco l'amaro in bocca, senza egoismi.
Che la storia di due anni fa si ripeta, però. Un regalo all'allenatore per Natale e non per l'Epifania. Ossia un'operazione lampo (in realtà partita in largo anticipo) alla Gabbiadini per assicurare a Sarri un rinforzo ai primissimi giorni e non al fotofinish. Perché, ricordiamolo, l'ex Samp rappresenta uno dei colpi più rapidi ed efficaci della gestione De Laurentiis. Forse il primo in assoluto. considerando il valore tecnico e il periodo. Serve la svolta da subito, senza temporeggiare e indugiare ulteriormente. Soprattutto poi considerando le tempistiche contrattuali del Napoli e le insidie della sessione invernale del calciomercato. E che non si perda troppo tempo con sterili tira e molla alla Icardi, se le intenzioni sono note. Se non ci sono margini per mettere le mani su Pavoletti o Zaza, si cercasse altrove. Perché il 6 gennaio già si riparte e in caso di acquisto a metà mese sarebbero già 90 i minuti preziosi persi. Senza considerare i tempi di Sarri, poi. Anche se, diciamolo, l'attaccante non ha le stesse tempistiche di inserimento di un centrocampista e un ariete è un ariete, senza troppi fronzoli... Milik docet.
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