Carlo Ancelotti, allenatore del Napoli
Carlo Ancelotti, allenatore del Napoli

Ancelotti: "Napoli? Primo anno di transizione, siamo pronti a colpire! Il ko di Albiol ha pesato, sul Liverpool e mio figlio Davide..."

10.06.2019
07:50
Redazione

Notizie Calcio Napoli: intervista a Carlo Ancelotti. L'allenatore parla del modulo adottato e delle difficoltà alla sua prima stagione alla guida degli azzurri

ULTIMISSIME CALCIO NAPOLI - Carlo Ancelotti, allenatore del Napoli, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport.  Vi proponiamo uno stralcio.

Il calcio che frequenti da oltre quarant’anni riesce ancora a sorprenderti? 

«Il calcio cambia in continuazione, non puoi mai fermarti. Quest’anno abbiamo fatto cose nuove, penso alla costruzione da dietro con tre o con due centrali. Ho uno staff giovane che mi tiene vivo e mantiene aggiornato». 

Tuo figlio Davide che ruolo ha? 

«È la voce critica, forse anche per via della confidenza. Lo ascolto, ascolto tutti e traggo le conclusioni». 

Toglimi una curiosità: perché hai investito e insistito sul 4-4-2? 

«Perché è un sistema che permette di coprire molto meglio il campo, migliora in prevalenza l’aspetto difensivo. A livello offensivo non te lo so dire: a volte abbiamo fatto il 3-1-5-1, altre il 2-3-4-1. Con il 4-3-3 hai poca densità offensiva centralmente, spesso il centravanti si trova in uno contro 2… Fino a dicembre la squadra è andata benissimo, se in Champions non avessimo trovato il Liverpool nel girone saremmo passati tranquillamente. Alla ripresa qualcuno è calato e soltanto nella fase finale ci siamo ritrovati. Il primo anno è stato di transizione». 

Gli sbandamenti difensivi non sono mancati, però. Non avresti fatto meglio a non abbandonare la linea di Sarri ben assimilata dai quattro dietro? 

«Non è mancata la disponibilità dei giocatori al cambiamento. Non trascurare il fatto che sulla difesa ha pesato molto la lunga assenza di Albiol». 

In ritiro avevi detto: “Mica sono qui a pettinare le bambole”. Da agosto chi pettinerai? 

«La fionda è tirata e pronta a colpire». 

Le peggiori partite della vita? 

«Bologna-Milan il primo anno. Distrussi lo spogliatoio, giocammo malissimo rischiando di compromettere la qualificazione alla Champions. E a Evian, in coppa di Francia, col Psg. Mi incazzai di brutto con Verratti che si era fatto espellere. Diedi un calcio a un cartone che finì per centrare la testa di Ibrahimovic. “Mister, ce l’hai con me?” No, gli risposi, ce l’ho con un altro. E poi i primi venti minuti con l’Arsenal a Londra, quest’anno. Inspiegabili». 

Ancelotti sui dirigenti

«Al Bayern è mancato il dirigente di mezzo, il filtro. Lì il rapporto era diretto col presidente. Al Napoli Giuntoli non si fa mai mancare, e se non c’è lui c’è Pompilio. Giuntoli ha una preparazione a prova di quiz, sa tutto di tutti. Un giorno per metterlo alla prova gli chiesi di un centrocampista turco di terza serie. Beh, mi spiegò anche quante volte andava in bagno». 

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