Intervista Leonardo Bonucci alla Gazzetta dello Sport 22 luglio 2017
Intervista Leonardo Bonucci alla Gazzetta dello Sport 22 luglio 2017

Bonucci: "Qualcosa si era sgretolato alla Juve, lo sgabello di Porto la goccia finale: ecco tutta la verità. Fischi dello Stadium? Mi caricheranno"

22.07.2017
08:00
Redazione

Leonardo Bonucci ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli24.

Passare dal Milan alla Juve, però, non è ordinaria amministrazione.

"Io vivo di sfide e questa è affascinante, è una scommessa anche su me stesso. Mi sono rimesso in discussione, e a 30 anni non so quanti lo avrebbero fatto. Per me avere fame è fondamentale, ti fa dare qualcosa in più quando le forze mancano. Ho sposato un progetto ambizioso, per il quale ora metto a disposizione la mia esperienza".

Per ora ci abbiamo girato intorno, ma la domanda è spontanea: perché ha lasciato la Juve?

"La vita è fatta di cicli che si aprono e chiudono, e quando fai parte di un gruppo per sette anni speri di lasciare qualcosa di bello. Diciamo che nell’ultima parte della stagione il legame si è affievolito da entrambe le sponde e abbiamo deciso in accordo di allontanarci".

Affievolito?

"Negli ultimi mesi si è sgretolato qualcosa. E cambiare è stata la conseguenza. Per dare il 100% io devo sentirmi importante, cosa che ormai succedeva a fasi alterne. E questo non mi andava. Anche i matrimoni più belli a volte finiscono".

Non c’era proprio margine per ricucire?

"La premessa è che alla Juve ho dato tanto e dalla Juve ho ricevuto tanto. Per me non è stata una scelta facile perché sette anni sono difficili da chiudere e da dimenticare. Ma il rapporto era arrivato alla conclusione, da parte di entrambi non c’era più voglia di continuare insieme. Però devo dire che per come è finita, ne siamo usciti tutti bene: io, la Juve e il Milan".

Che è stato della BBC, Barzagli-Bonucci-Chiellini?

"Con i compagni ci sono stati momenti nei quali abbiamo parlato e affrontato problematiche. Ognuno ha il proprio carattere, ma con loro ho sempre avuto grande rapporto. Nello spogliatoio non è successo nulla di quanto è stato detto".

Vale lo stesso per Allegri? C’è chi sostiene che lei sarebbe rimasto dov’era se l’allenatore avesse lasciato Torino.

"Con i se e con i ma si combina poco. Con lui ho avuto un rapporto alla luce del sole, ho giocato tanto e se è successo è perché sono stato considerato importante. Avere discussioni durante gli anni è normale, e io sono uno diretto che dice sempre la verità. Ma con lui non ho avuto alcun tipo di problema. Poi, è ovvio che alcune situazioni portano delle conseguenze e ognuno si prende le proprie responsabilità".

Si può dire che lo «sgabello di Porto» è stato la fine di tutto?

"Pare che sia stata la cosa più eclatante, ma in realtà è solo la goccia finale. Già prima c’erano state altre situazioni. Poi, comunque, la cosa si era ricomposta".

Domanda da cento milioni: che accoglienza si aspetta dai tifosi bianconeri?

"Per quello che ho dato alla Juve, non mi sento né un traditore né un mercenario. Se dovessero fischiarmi devono sapere che, così come gli insulti che ricevevo in bianconero mi caricavano, sarà così anche nel caso mi fischiassero allo Stadium"

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